Nella seduta di martedì scorso, il consiglio comunale ha approvato all’unanimità la delibera “Modifica dello Statuto del Comune di Ravenna – abrogazione art. 9 bis”, presentata dall’assessora all’Immigrazione Valentina Morigi. L’assessora Morigi ha illustrato la proposta di deliberazione spiegando che, l’abrogazione dell’art. 9 bis dello statuto, in cui è prevista la presenza dei consiglieri aggiunti in consiglio comunale, è volta a eliminare un istituto di partecipazione superato. Contestualmente la giunta comunale ha avviato un percorso, realizzato grazie anche ad un finanziamento ottenuto dalla regione Emilia-Romagna, nell’ambito di un bando della rete sulla partecipazione, per definire nuovi strumenti di partecipazione. Tali strumenti saranno illustrati nelle prossime sedute delle commissioni consiliari competenti e del consiglio comunale.  

Nella discussione sono intervenuti: Alberto Ancarani (Forza Italia), Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna), Idio Baldrati (Pd), Emanuele Panizza e Marco Maiolini (gruppo Misto), Michele Distaso (Sinistra per Ravenna), Mariella Mantovani (art. 1 – Mdp), Veronica Verlicchi (La Pigna), Gianfilippo Nicola Rolando (Lega nord), Daniele Perini (Ama Ravenna), Fabio Sbaraglia (Pd), Massimo Manzoli (Ravenna in Comune).

Il gruppo Forza Italia ha sottolineato che la norma statuaria avrebbe dovuta essere abrogata a inizio consiliatura, con l’auspicio che non vengano predisposti altri istituti di partecipazione.

Il gruppo Lista per Ravenna ha precisato che sul piano dell’organizzazione i rapporti con tutta la cittadinanza sono sempre stati possibili senza la necessità di “forzare” la composizione del consiglio comunale.  

Il gruppo Pd ha evidenziato che si tratta di un passaggio necessario per approdare ad uno strumento più efficace per consentire la piena partecipazione dei cittadini di origine straniera alla vita della comunità.

Il gruppo Misto ha espresso approvazione per la volontà di istituire uno strumento di partecipazione, auspicando che si trovi un altro modo per consentire la partecipazione di tutte le minoranze, anche con il coinvolgimento delle scuole.

Il gruppo Sinistra per Ravenna ha espresso la necessità di creare uno strumento di inclusione per tutte le minoranze in grado di dar loro voce e ascolto.

Il gruppo art.1-Mdp, prendendo atto che quella forma di partecipazione non è più adeguata, ha sottolineato la necessità di trovare una nuova forma di partecipazione per una piena cittadinanza di tutti e tutte.

Il gruppo La Pigna ha fatto presente che lo strumento non ha dato esiti positivi perché nato da una logica di partecipazione non stimolante, evidenziando che le minoranze hanno diritto di essere ascoltate ma il consiglio comunale non è la sede opportuna.

Il gruppo Lega Nord ha ritenuto lo strumento un’utopia non riuscita sia nella logica che nel metodo sottolineando che le minoranze vanno ascoltate in altre formule.

Il gruppo Ama Ravenna ha sottolineato la necessità di tutelare e coinvolgere le minoranze spiegando che esistono argomenti di un’umanità e sensibilità che vanno oltre la politica.  

Il gruppo Ravenna in Comune ha evidenziato che si tratta di uno strumento passato nel tempo, che poteva risultare utile in quel contesto ma che non è al pari con l’attuale processo di integrazione sociale.