“La risposta della Regione Emilia-Romagna, tramite l’AUSL Romagna, alla mia presa di posizione sui “Ticket di Pronto Soccorso fuorilegge” gira al largo dalle mie puntuali e documentate contestazioni. La smentita che i ticket sanitari siano tributi, esattamente una tassa, non trova conferma nella giurisprudenza più schiacciante, come dimostra la pubblicazione della rivista giuridica “Il Diritto Amministrativo” su “I ticket nel processo tributario”, che allego. Se è così, i cittadini sottoposti ai ticket di Pronto Soccorso sono protetti dallo Statuto dei Contribuenti, di cui la Regione Emilia-Romagna, come ho dimostrato, ha finora fatto carta straccia.

Al di sopra di ogni discussione, tributo o no, sta comunque l’art. 23 della Costituzione, secondo cui “Nessuna prestazione […] patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge”. Niente a che fare, perciò, con assurde deliberazioni della Giunta regionale dell’Emilia-Romagna, peraltro incomprensibili, nel caso la 389 del 2011, che allego, da cui non si riesce ad estrarre la benché minima norma che giustifichi i nuovi ticket di pronto soccorso emiliano-romagnoli timbrati da Bonaccini e imbustati da de Pascale. Solo ora, rispondendo al consigliere comunale sottoscritto, la Regione ha tirato fuori dal cappello a cilindro l’art. 2 del decreto legislativo n. 124 del 1998 che consentirebbe alle Regioni di “includere tra le prestazioni soggette alla partecipazione al costo quelle erogate in regime di pronto soccorso ospedaliero, non seguite da ricovero […] per le quali non si riscontra carattere di emergenza o urgenza”. Non contesto questa facoltà, come avevo anticipato, ma affermo che la Regione può farlo solo con una propria legge, non con atti interni alla chetichella.

Nel frattempo, resta perciò una sola vera norma di legge che giustifichi i ticket di Pronto Soccorso, contenuta nella Legge finanziaria dello Stato per il 2007. Lo ha ammesso la Regione stessa con la deliberazione 1189 del 2024 tramite cui, guarda caso, li ha cancellati quasi per intero dal 1° gennaio 2025. Ma questa norma nazionale dice solo che, “per le prestazioni erogate in regime di pronto soccorso ospedaliero non seguite da ricovero, la cui condizione è stata codificata come codice bianco […], gli assistiti non esenti sono tenuti al pagamento di una quota fissa pari a 25 euro”. Niente altro, tanto meno il pagamento delle più costose prestazioni di specialistica ambulatoriale erogate dal pronto soccorso. Ecco perché tutti i ticket imposti dalla Regione ai codici non bianchi (e anche a questi se superiori a 25 euro) sono fuori-legge.

In questa fase la Regione ha buon gioco, pur con l’estrema faciloneria delle richieste e con l’arroganza delle risposte alle contestazioni dei contribuenti, a indurre molti contribuenti a pagare ticket del tutto “strani” sotto la minaccia di dare “corso alla procedura formale di recupero del credito con aggravio di spese a Suo carico”. Quando lo farà, prima di andare di forza nelle tasche dei contribuenti, dovrà essere molto più puntuale e credibile.

Indosso perciò la veste da pastore di Davide contro la corazza di bronzo di Golia, per assicurare che mi batterò a fondo in ogni sede (Procura della Repubblica e Gip non esclusi), quando i nodi dell’illiceità non potranno più essere sciolti con l’esercizio dello strapotere. La salute dei cittadini merita il massimo rispetto. E i ticket del Pronto Soccorso non sono neanche i soli da osservare con lenti di ingrandimento. C’è di peggio. “