“Abbiamo ricevuto risposta alla nostra interpellanza sull’organizzazione di “Acqua” in sede di Unione dei Comuni, ma rimaniamo molto perplessi sull’utilità di questo evento.Come Alternativa Bassa Romagna avevamo chiesto chiarimenti su patrocinio, spese e modalità organizzative del cosiddetto “Festival dell’acqua”. Dalla risposta emerge che i Comuni non hanno avuto spese dirette, poiché coperte da sponsor e donazioni.
Tuttavia, ricordiamo che ogni anno i Comuni versano quote rilevanti ad ATER, società di gestione regionale: per questo riteniamo necessario mettere sotto la lente anche quanto ATER ha percepito negli anni dai vari Comuni della Bassa Romagna, trattandosi comunque di risorse pubbliche.
Inoltre, l’allestimento di palchi e l’uso gratuito dei teatri comunali comportano spese a carico della collettività.
Non possiamo poi non sottolineare l’inadeguatezza del nome scelto: “Festival dell’acqua” suona come una presa in giro per chi ha vissuto il dramma delle alluvioni.
Nel merito, riteniamo che l’evento sia stato impostato quasi esclusivamente per diffondere l’idea che i disastri alluvionali siano colpa del cambiamento climatico. Ma da sempre sosteniamo che le cause siano molteplici: il clima è una concausa, mentre la responsabilità principale riguarda la mancata manutenzione dei fiumi e l’assenza di interventi dopo i rapporti degli esperti del 2011 e 2013, che già segnalavano criticità sul Lamone.
Quelle segnalazioni non sono rimaste inascoltate: sono rimaste inattuate.
Infine, ricordiamo che lunedì sera a Bagnacavallo, alle ore 20, si terrà un nuovo flash-mob promosso dagli alluvionati.
Saremo presenti per dare voce alle loro richieste e per ribadire il nostro impegno al loro fianco.

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