L’agricoltura romagnola si conferma un laboratorio di resilienza e innovazione, ma le sfide da affrontare sono sempre più numerose: climatiche, fitosanitarie, ambientali, geopolitiche, di mercato e demografiche. È quanto emerge dall’Annata agraria 2025 di Cia Romagna, presentata il 28 novembre. La “vulnerabilità” del settore non può essere gestita solo in emergenza o tramite indennizzi; per questo Cia Romagna sollecita politiche mirate e interventi rapidi per salvaguardare la tenuta delle aziende agricole e dell’intero territorio; una pianificazione strategica condivisa e una nuova alleanzatra istituzioni, cittadini e agricoltori, per garantire cibo, qualità, tutela ambientale e continuità produttiva.

I dati e le informazioni raccolte nel report dell’Annata Agraria Romagna 2025, ci mostrano un andamento della demografia delle imprese agricole in calo. In provincia di Ravenna, al 30/09/25, l’agricoltura conta 5.866 imprese attive, (il 18% delle imprese totali provinciali e 11,8% delle imprese agricole regionali). Rispetto al 30/09/24 registra un calo del -2,3% (Romagna: -2,3%; Emilia-Romagna: -2%, Italia: -1,1%) che corrisponde, in termini unitari, a -136 imprese agricole (anche se al netto delle cancellazioni d’ufficio).
Le imprese femminili agricole sono 872 (-19 unità rispetto ai 12 mesi precedenti, al netto delle cancellazioni d’ufficio);  rappresentano il 12,5% sul totale delle imprese femminili e il 14,9% delle imprese del settore agricolo. Le imprese giovanili agricole sono 207, (-8 unità rispetto ai 12 mesi precedenti, al netto delle cancellazioni d’ufficio); il 9,3% sul totale delle imprese giovanili e il 3,5% delle imprese del settore. Gli occupati in agricoltura in base ai dati Istat riferiti al 2024 sono 9.970 (il 5,8% degli occupati totali provinciali).

Dal punto di vista METEO, l’annata agraria in Romagna è stata termicamente molto calda (media di 15,2°C, un grado in meno rispetto al record del 2024) e con una pluviometria irregolare: il bilancio idrico è positivo, ma con cattiva e discontinua distribuzione. Non si registrano attualmente condizioni di siccità.

L’umidità dei suoli appare eccessiva nel ravennate. Tra gli eventi si segnalano:

  • eventi pluviometrici intensi e persistenti di settembre e ottobre 2024, con allagamenti e saturazione dei suoli e ripercussioni negative su semine e stabilità dei terreni;
  • temperature miti nei primi mesi del 2025, che hanno favorito anticipo fenologico e ripresa vegetativa precoce;
  • gelate deboli o moderate nella prima decade di aprile;
  • ondata di calore prolungata in giugno;
  • piogge estreme in maggio, luglio, agosto e settembre; 20 gli eventi, con accumuli molto elevati entro le 24 ore: fra i più severi anche quello di Alfonsine del 27 settembre, con valori record dal 1940
  • sui 36 episodi di grandine significativa segnalati in Romagna, alcuni anche tra il faentino e l’imolese, in particolare sulla fascia collinare;
  • 11 episodi di vento forte, prevalentemente sulla costa tra Cervia e Rimini: rilevanti le raffiche del 5 ottobre (95km/h) su tutta la fascia costiera tra Marina di Ravenna e Cesenatico con ingressione marina e danni rilevanti.

FRUTTICOLO – La provincia di Ravenna è uno dei principali poli per la produzione di frutta e detiene la superficie più ampia di frutteti della Romagna. L’andamento è altalenante: situazione climatica, fisiopatie e fitopatie influiscono in modo significativo sul comparto. Aumentano le superfici coltivate e anche in produzione del kiwi (+7%, trainate dalla varietà “gialla”) e del nocciolo (+56). Diminuiscono le superfici di pesco (-12%), nettarina (-7%), susino (-4%) e pero (-3%), anche quelle in produzione; aumentano gli ettari in produzione di nocciolo e noce. Le rese medie, a eccezione del kiwi (+37%) e del castagno (+30%), calano: albicocco (-39%); nettarina e susino -8%; pesco (-4%), melo (-5%), pero (-6%); cachi (-14%), noce (-16%). Nella previsione dei quintali prodotti ciliegio, noce, castagno e nocciolo hanno segno positivo rispetto al 2024. Anche per il  kiwi le previsioni fanno presagire un incremento del raccolto. Per le restanti colture invece il raccolto è in calo. Qualità e calibro, nonostante le difficoltà, hanno dato buoni risultati. L’orientamento in provincia è sempre più verso varietà “club/premium”, prodotti a maggior valore aggiunto, che richiedono grande impegno e investimenti importanti da parte dei produttori e trovano maggior interesse nei consumatori. In generale, le quotazioni medie per prodotto all’origine nel 2025 si sono mantenute buone rispetto al 2024 o migliori (ciliegio e pero). Per albicocche, pesche e nettarine le migliori degli ultimi 5 anni.

Per l’OLIVICOLTURA il 2025 è fra i peggiori degli ultimi dieci anni. Superficie invariata, calo delle rese medie del -75%. 6.500 i quintali di olive raccolti (-74% rispetto al 2024), di cui 500 di olive Dop Brisighella. La produzione di olio è di circa 84.500 kg, di cui  Olio Dop Brisighella 6.500 kg (-74% circa sul 2024). Le temperature piuttosto elevate hanno amplificato il fenomeno della “cascola fisiologica”, poi si è verificata un’elevata infestazione da mosca olearia e cimice asiatica. Le olive sono risultate di qualità solo se la difesa da mosca olearia è stata effettuata in modo adeguato.

Il VITIVINICOLO. La provincia di Ravenna concentra la maggiore quota della produzione romagnola. La vendemmia 2025 si è svolta in modo regolare e gli operatori segnalano una qualità complessiva buona, nonostante le difficoltà legate alle piogge primaverili. Le uve bianche precoci (Chardonnay e Pinot bianco) si sono distinte per sanità e freschezza aromatica, mentre per il Sangiovese si prospettano vini equilibrati e con buona struttura. La produzione di uva (oltre 3 milioni e mezzo di quintali, la più consistente in Romagna) risulta in calo del 7% rispetto allo scorso anno, e altrettanto diminuiscono gli ettolitri di vino. Le rese medie sono inferiori del 6% rispetto alla vendemmia 2024.

Passando alle erbacee, nel comparto CEREALICOLO il 2025 conferma un’annata complessa per i cereali autunno-vernini, con rese e produzioni generalmente inferiori alle attese. Crescono le superficidi frumento duro (+5%), mais (+14%) e sorgo (+31); calano frumento tenero e orzo. La tendenza complessiva è di riconversioni e investimenti verso colture primaverili-estive resilienti, come mais e sorgo. Nelle produzioni, il frumento duro segna 732.875 q, pari a –11% rispetto al 2024. Nel tenero il calo è ancora più marcato: 633.360 q, pari a –21%. Il mais segna invece una crescita del 5% con 398.820 quintali. L’orzo è in calo 56.750 q, pari a –25%. Ottima performance invece per il sorgo con 330.000 q, +51% e  rese molto competitive (+15%). Le rese medie delle altre colture sono in calo: grano duro -15%, grano tenero -17%, mais -8, orzo -9%.  Le quotazioni medie all’origine per il grano duro e tenero sono deboli o molto basse.

Le INDUSTRIALI vedono un segno meno nelle superfici coltivate; -2% erba medica; -51% barbabietola da zucchero; -16% cipolla e -4% le patate.  Le superfici del pomodoro da industria sono stazionarie. Per le rese medie l’erba medica foraggio registra un +56%; la papate un +50%; il pomodoro da industria un -12%, a 668 quintali per ettaro, un dato in linea con le difficoltà climatiche regionali.

Tra le OLEOPROTEAGINOSE esaminate spicca il -43% della resa media della colza, che registra anche un -21% di superfici coltivate. Le superfici di soia diminuiscono  del -4%, ma la resa media della è andata meglio del 2024 (+9%). Per il girasole un +12% di superficie e resa media stazionaria intorno ai 35 quintali per ettaro. Il ravennate si distingue per le COLTURE DA SEME, detenendo la maggior superficie romagnola destinata all’erba medica da seme, circa 4.810 ettari.

ZOOTECNIA – Diminuisce il numero di allevamenti bovini; suini (per cui Ravenna conta il calo percentuale più marcato, −12%); avicoli, a fronte di un aumento dei capi complessivi. Calano gli allevamenti e i capi ovicaprini, mentre sono in aumento gli animali per autoconsumo familiari. Negli anni molti allevamenti sono stati chiusi per varie motivazioni, tra le quali costi di produzione, prezzi di mercato), e sicuramente il predatore lupo ha fatto sempre più la differenza. In apicoltura si nota un calo del numero di apicoltori, apiari e alveari e una contrazione dell’apicoltura biologica. La situazione produttiva è eterogenea a causa dell’instabilità meteorologica con piogge intermittenti, temporali e vento forte che hanno interessato molte zone soprattutto nel periodo di fioritura dell’acacia. La primavera impegnativa ha inciso sui livelli produttivi, con fluttuazioni da zona a zona, anche a distanze ridotte, per lo stesso tipo di miele. In generale le zone collinari hanno fatto registrare risultati migliori della pianura.

AGRICOLTURA BIOLOGICA – La Superficie Agricola Utilizzata (SAU) a biologico ammonta a 10.736 ettari, l’8,8% della SAU della provincia di Ravenna. Il territorio conta 424 operatori biologici, comprende 312 aziende agricole e 112 trasformatori e importatori. La zootecnia biologica ha registrato una flessione nel numero di allevamenti, scesi da 29 nel 2023 a soli 21 nel 2024. Tuttavia, la provincia mantiene un patrimonio di circa 1.700 bovini e 200 ovini biologici, e un’apicoltura ben radicata con 2.699 famiglie di api.

COMPARTO AGRITURISTICO – L’attività agrituristica ravennate mostra una notevole dinamicità. La provincia ha registrato un aumento del 2,5% nel numero di strutture attive nel 2024, superando la media regionale e dimostrando una crescente capacità di integrare la sua ricca offerta culturale con l’accoglienza rurale e l’enoturismo, posizionandosi come area di punta per l’avvio di nuove iniziative. Il territorio coniuga la sua dimensione produttiva con quella culturale e sociale, e l’agricoltura può essere volano di sviluppo territoriale.

Nota – Il report sull’Annata Agraria è realizzato attraverso la consultazione di fonti orali e scritte. Per la ricostruzione dell’andamento dell’anno in corso i curatori del volume hanno la collaborazione dei tecnici della struttura di Cia Romagna, di agricoltori, cooperative, consorzi, enti, esperti e tecnici dei vari comparti esaminati.

Le stime provvisorie 2025 sulle superfici e sulle rese medie sono fornite dal Settore Agricoltura Caccia e Pesca-Ambiti Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini della Direzione Agricoltura Caccia e Pesca della Regione Emilia-Romagna.

Le informazioni sull’andamento demografico 2025 delle imprese agricole sono fornite dalla Camera di Commercio della Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) e dalla Camera di Commercio di Ferrara e Ravenna per la parte riguardante l’area della provincia di Ravenna. 

Il contributo sull’andamento meteorologico è di Pierluigi Randi (presidente Ampro).

Cia Romagna e i curatori del report rivolgono i loro ringraziamenti a tutte le persone che dedicano una parte del loro tempo anche per contribuire alla realizzazione di questo lavoro.