“Negli ultimi anni si sta consumando, nel silenzio generale delle istituzioni e delle associazioni di categoria, un cambiamento che ha un impatto economico significativo sui piccoli esercenti e, di riflesso, sull’intera cittadinanza: la sostituzione delle carte di debito dotate del circuito nazionale PagoBANCOMAT con nuove carte di debito collegate esclusivamente ai circuiti internazionali come Mastercard e Visa.

Questa sostituzione, promossa pressoché automaticamente dalle banche, viene presentata agli utenti come un aggiornamento tecnologico privo di conseguenze economiche. Ma dietro questa rassicurazione si nasconde una realtà ben diversa: le nuove carte comportano per gli esercenti un aumento medio delle commissioni di oltre il 200% rispetto al circuito PagoBANCOMAT.

Le commissioni PagoBANCOMAT si attestano tra lo 0,20% e lo 0,30%, mentre quelle dei circuiti internazionali variano tra lo 0,69% e l’1,20%. Per l’esercente, una transazione da 100,00 € può costare circa 0,20 € con PagoBANCOMAT, fino a 1,00 € o più con Mastercard o Visa.

Dal 1° luglio 2025 inoltre è annunciata la scomparsa del logo PagoBANCOMAT da tutte le nuove emissioni di carte. Al momento manca totale chiarezza su come verranno ricalibrate le commissioni a partire da quella data. Si annuncia un nuovo listino, ma le informazioni concrete sono carenti e confuse. Il rischio concreto è che questa fase di transizione venga utilizzata per aumentare ulteriormente i costi a carico degli esercenti, già fortemente penalizzati.

Non vi è stata finora una presa di posizione chiara da parte della Camera di Commercio, né delle principali associazioni come Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, CNA. Nemmeno le associazioni di tutela dei consumatori hanno messo in evidenza come questo meccanismo rappresenti un trasferimento di costi indiretti dalla banca al commerciante e quindi al cittadino.

Già, perché l’aumento dei costi per i commercianti non rimane confinato alle loro attività. Inevitabilmente si traduce in un aumento generale dei prezzi al consumo o in una minore disponibilità a investire, innovare, assumere.

Come Europa Verde Ravenna, chiediamo con forza che:

  1. Le istituzioni locali e nazionali si attivino per difendere gli interessi delle imprese del territorio e pretendano trasparenza sulle modifiche annunciate per luglio 2025;
  2.  Le Associazioni di Categoria informino massivamente e continuativamente i propri associati sulle implicazioni economiche delle nuove carte e sostengano il diritto di scelta degli esercenti sul circuito da utilizzare, richiedendo l’intervento delle sedi nazionali;
  3. Le Associazioni dei Consumatori promuovano campagne di informazione per rendere consapevoli i cittadini che, anche se indirettamente, i costi maggiorati ricadono su di loro;
  4. Il legislatore Nazionale ed Europeo imponga regole più severe in termini di trasparenza dei circuiti di pagamento e riconosca il diritto degli esercenti di selezionare il circuito più conveniente per ogni transazione.

Nel nome della sostenibilità economica e della giustizia sociale, non possiamo restare in silenzio mentre il sistema bancario incrementa i propri margini riducendo quelli, già risicati, dei piccoli commercianti. Serve un circuito virtuoso, che favorisca l’adozione dei pagamenti elettronici senza penalizzare il tessuto economico locale.

L’informazione è il primo passo per agire. Invitiamo quindi, associazioni, sindacati e cittadini a condividere questo articolo e unirsi a una mobilitazione ampia e concreta per restituire trasparenza, equità e giustizia al sistema dei pagamenti elettronici in Italia.”

Enrico Amici – AVS Europa Verde Ravenna