“Il senso politico generale di queste elezioni è che non cambia niente a Ravenna e che bisogna combattere, da domani, non più solo in campagna elettorale, innanzitutto perché non peggiori, come è sempre stato da 55 anni, ma impegnandosi, giorno per giorno, e anche notte, perché migliori. Anche l’alternativa dovrà essere costruita lavorando ininterrottamente sul campo, ricadendone la maggiore responsabilità, finora mai esercitata, sulla parte, largamente preponderante nell’opposizione, rappresentata dal centro destra, oggi peraltro più destra che centro.
Noi non abbiamo mai detto che avremmo vinto le elezioni, come alcuni hanno fatto per far credere che il loro simbolo fosse vincente a danno degli altri non secondari oppositori, noi compresi. La realtà era, purtroppo, che, nelle recentissime elezioni regionali, da un lato la forza del PD stradominante a Ravenna, anche grazie al suo carro di alleati in soccorso del vincitore, partiva dal 60,5% di de Pascale, mentre, dall’altro, quella al potere nel governo nazionale dal 36,81% della Ugolini, candidata di centro-destra, sostenuta anche dalle liste civiche presenti in Consiglio comunale. È stato quindi fuori posto dire “vinco solo io”, “io sono l’unica alternativa”, ecc., oltre all’insistito accaparramento di transfughi, che ha danneggiato soprattutto noi, con lo specchietto delle maggiori opportunità, anche se molto eventuali, di essere eletti consiglieri comunali.
Il blocco del PD è tuttavia sceso al 58,15%, perdendo anche un consigliere comunale. Quello residuo del centrodestra e affini al 25,05%. Questi sono i dati significativi che dovrebbero insegnare qualcosa.
Ma deve anche far pensare che il sottoscritto candidato sindaco, stretto tra due corazzate, non ne è stato, con le forze che lo hanno sostenuto, schiacciato, avendo, benché a mani nude, raccolto un risultato lusinghiero. Rispetto alle precedenti elezioni comunali, la crescita è stata quasi del 30%, ma rilevante è stato soprattutto il piazzamento al 3° posto nella classifica attuale, tra le altre 16 formazioni elettorali, con un distacco notevole sulle cinque immediatamente successive, dai 1.131 voti in meno di Forza Italia ai 1.468 del PRI, passando nell’ordine per i 5 Stelle, La Pigna e Alleanza Verdi Sinistra.
È peraltro un buon segno per il Consiglio comunale, che la mia presenza si sia raddoppiata con l’elezione di Gianfranco Spadoni, prestigiosa per le sue competenze e capacità politico-amministrative, ma anche per l’ispirazione etico-sociale che lo distingue. Ce n’era bisogno.”



























































