“L’unico obiettivo e interesse di un’Organizzazione Sindacale è quello di tutelare al meglio le persone chiamato a rappresentare. Per farlo, è necessario avere il coraggio di battersi anche al costo di dire NO alla firma di un accordo o di un rinnovo di contratto se ritenuto non dignitoso.

Il mancato rinnovo del CCNL della Sanità Pubblica rappresenta la normale risposta alla volontà politica nazionale di non trovare le giuste risorse in grado di garantire un adeguato rinnovo che possa restituire dignità alle lavoratrici e ai lavoratori del settore.

Il costo della vita è arrivato alle stelle a causa di un’inflazione che negli ultimi anni è arrivata al 17% e nonostante tutto le somme proposte non recuperano la perdita del potere di acquisto dei salari; cifre che si aggirano intori alle 50 euro nette in busta paga. Se il Sindacato accetta un rinnovo che consente di recuperare solo il 6%, allora non sta svolgendo il ruolo di un sindacato che difende gli interessi delle persone. Ma se volessimo fare dei paragoni con i precedenti rinnovi, allora bisogna dire che per l’ultimo rinnovo, triennio 2019-2021, l’inflazione era al 3,9% e il recupero in percentuale ottenuto è stato del 3,48%. Non proprio la stessa cosa quindi.

Ma non è solo questo che come UILFPL, insieme a FPCGIL e a NUSING-UP, ci ha portato a dire no; in un rinnovo la valutazione va fatta complessivamente e in questo caso sono diverse le cose che dalla proposta di rinnovo non andavano.

1) Ferie ad ore. In assenza di chiarezze sulla possibilità di utilizzo e in considerazione della situazione in cui versano gli organici, questo strumento rischia di essere un ulteriore strumento di pressione da parte aziendale nei confronti dei lavoratori piuttosto che strumenti di vera conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

2) Nessuna risposta al sistema indennitario rappresentato da valori non rivalutati e fermi a 20 anni fa.

3) Valore del buono pasto invariato nonostante il comparto sanità sia l’unico, nel pubblico impiego, ad avere un valore di 5,16 euro di cui 1,03 messi dal dipendente.

4) Nessun riconoscimento a chi lavora nelle aree mediche, chirurgiche e riabilitative a differenza di altri contesti organizzativi per i quali sono previste specifiche indennità di disagio.

5) Nessuna risposta al personale tecnico e amministrativo.

6) Mancata definizione valorizzazione del profilo dell’Autista Soccorritore.

7) Mancato sviluppo per l’Operatore Socio Sanitario.

8) Nessun reale passo avanti per il superamento del vincolo di esclusività. Come UILFPL abbiamo chiesto l’equiparazione del personale del comparto al personale della dirigenza sanitaria: decida il dipendente se vuole esercitare libera professione per la propria Azienda, riconoscendo una specifica indennità tutti mesi, o se vuole esercitare al di fuori.

Inoltre, nonostante che da tempo si denunci come i dipendenti siano sottoposti a carichi insostenibili, nella proposta di rinnovo del CCNL si introduceva un principio spaventoso: lavorare di più per guadagnare di più. Un principio contrario a ogni politica di conciliazione dei tempi di vita e lavoro che si cerca di portare avanti nelle singole aziende del settore. Infatti così facendo in che modo si possono garantire ferie e riposi? Dove sta la coerenza in tutto questo?

Ciò che più ci indigna è il clamoroso contrasto tra le parole e i fatti. Durante la pandemia, i lavoratori della sanità sono stati definiti angeli, eroi che hanno messo a rischio la propria salute per salvare vite umane. Oggi, nel momento di rinnovare il contratto, si cerca di “spezzare loro le ali” con un aumento irrisorio che non tiene conto del loro sacrificio e del valore del loro lavoro.

La temporanea chiusura della trattativa ha permesso di non svalorizzare il personale sanitario e di continuare la vertenza, aprendo una nuova fase che preveda il coinvolgimento delle Regioni al fine di dare una risposta seria ai lavoratori della sanità. Adesso, infatti, le Regioni devono avere un ruolo attivo, intervenendo affinché si possano individuare le giuste soluzioni per arrivare a un vero rinnovo del CCNL che sappia garantire risposte tangibili alle lavoratrici e ai lavoratori del settore

Le risposte necessarie per tutelarli dai turni massacranti, dai carichi di lavoro esasperati, dalle aggressioni, non possono che arrivare da un incremento significativo delle risorse non solo sul tabellare, ma sulla valorizzazione indennitaria e dello sviluppo professionale.

Non ci faremo trascinare in sterili bagarre mediatiche e continueremo a rivendicare invece le modifiche normative necessarie e gli incrementi economici adeguati a tutela dei lavoratori. Il dovere del Sindacato è anche quello di lottare quando le cose non vanno come dovrebbero e nel caso del mancato rinnovo del CCNL della Sanità Pubblica è impossibile firmare se tutto pende a favore della parte datoriale. In un Paese nel quale si fanno i condoni fiscali agli evasori non è tollerabile che a un lavoratore dipendente si riconosca solo un aumento netto di 50euro al mese.”