Una mostra per ricordare Rosario Livatino, giudice e Beato. L’esposizione, “Sub tutela Dei”, è stata inaugurata con un convegno alla Sala “Don Minzoni” del Seminario Arcivescovile, Piazza Duomo 4 a Ravenna,
L’ evento è organizzato e promosso dall’Associazione “Il Sicomoro”, patrocinato da Arcidiocesi, Comune di Ravenna, Ordine degli Avvocati di Ravenna, Camera Penale della Romagna, Fondazione Forense ravennate, Alma Mater Studiorum, Campus di Ravenna, Master Diritto Penale dell’ impresa e dell’economia “Filippo Sgubbi” , BCC Ravennate Forlivese Imolese.

Rosario Livatino è stato un magistrato italiano, assassinato ad Agrigento il 21 settembre 1990, a 37 anni, dalla Stidda, organizzazione mafiosa attiva ad Agrigento, Caltanisetta e Ragusa. L’omicidio avvenne durante la faida criminale in corso da qualche anno a Gela. La Stidda e i gruppi mafiosi Rinzivillo ed Emmanuello , affiliati a Cosa Nostra, entrarono il conflitto per il controllo del territorio e in particolare per la spartizione di sub-appalti.

Nel 1993 il vescovo di Agrigento, Carmello Ferraro, diede l’incarico per istituire la causa di beatificazione. Rosario Livatino fu proclamato Beato il 9 maggio 2021, nella Cattedrale di Agrigento, dal cardinale Marcello Semeraro, allora prefetto della Congregazione delle cause dei santi, in qualità di legato pontificio. Livatino è il primo magistrato beato nella storia della Chiesa cattolica. La sua ricorrenza si celebra il 29 ottobre, giorno in cui nel 1988, a 36 anni, ricevette il sacramento della confermazione, come compimento di un travagliato percorso di fede che abbracciò da adulto con convinzione. La camicia portata da Livatino il giorno della morte, e rimasta intrisa di sangue, è divenuta una reliquia.

L’inaugurazione della mostra è stata aperta dagli interventi del Procuratore della Repubblica, Daniele Barberini, di Mariapia Parisi, Presidente vicario del Tribunale di Ravenna e dall’assessore alla legalità del comune di Ravenna, Igor Gallonetto.
Il Prefetto Castrese De Rosa ha invece intervistato telefonicamente Piero Nava, testimone oculare dell’efferrato omicidio.

Tra i relatori erano presenti Matteo Filippi, avvocato del Foro di Verona e curatore della mostra; Cesare Pozzoli; avvocato del Foro di Milano, Antonia Pappalardo, Presidente sezione riesame Tribunale di Palermo; Salvatore Insenga, professore, cugino di Rosario Livatino.

L’evento è stato moderato da Donatella Di Fiore, già Presidente di Sezione della Corte d’Appello di Bologna.

La mostra, che rimarrà esposta dall’1 al 9 marzo 2024 a Ravenna, nella biblioteca “ A. Oriani” in via Corrado Ricci, è rivolta a tutta la cittadinanza e si propone come iniziativa culturale dedicata anche agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado per far conoscere la vita di Livatino e per renderli consapevoli di come ciascuno sia chiamato in causa, in ogni luogo e tempo per affermare giustizia e verità.

All’iniziativa partecipa anche l’Istituto Tecnico Economico “G. Ginanni” di Ravenna, con un gruppo di studenti, presente per tutta la durata dell’esposizione della mostra, che farà da guida ai compagni che parteciperanno all’evento.

“L’idea nasce dalla volontà di rendere omaggio al Giudice Livatino, che, con il suo esempio e con la sua testimonianza, fino alla morte, mostra ai giovani, di tutti i tempi, una prospettiva di vita piena e vera”.