Fallito l’ennesimo tentativo di confronto con la Fonderia Morini, nuova proprietaria della Romagna Finishing, SGB darà avvio alla causa legale per il reintegro di Cheikh, il lavoratore licenziato illegittimamente dalla stessa Azienda, ed ancor prima partirà l’azione per il recupero delle somme del TFR che la Romagna Finishing, vergognosamente, nega al lavoratore.

Con altrettanta spudoratezza, nei giorni scorsi la Fonderia Morini, con una dichiarazione alla stampa locale (il Resto del Carlino, 16 luglio) ha tentato di screditare le ragioni del lavoratore e l’iniziativa di SGB sostenendo, falsamente, di avere avuto la conferma della legittimità del licenziamento da parte di tutte le altre organizzazioni sindacali.

Una menzogna che il sig. Morini ha dovuto smentire, diffidato dagli stessi Sindacati che aveva chiamato in causa (Il Resto del Carlino, 20 luglio).

L’uso della menzogna è stato lo stesso metodo utilizzato dalla Fonderia Morini contro Cheikh: quella che sapevano essere un’aspettativa non retribuita è stata trasformata, falsificando i fatti, in un’assenza ingiustificata, con la quale motivare il licenziamento.

Sempre nel suo comunicato del 16 luglio, la Fonderia Morini dice di avere rispettato le regole; e questo è vero. E’ infatti una “regola” per le aziende il sistematico utilizzo di falsi pretesti per disfarsi dei lavoratori che, a loro parere, non sono più compatibili con l’intensificazione dei ritmi e dei carichi di lavoro, che loro stessi impongono nelle fabbriche.

L’accanimento della Fonderia Morini contro un lavoratore è quindi un sistema collaudato da tante aziende per colpire l’insieme dei lavoratori: sfruttarli, spremerli e una volta usurati cacciarli dalla fabbrica; come è avvenuto per Cheikh.

Per questo SGB anche oggi ha presidiato i cancelli della Fonderia Morini e ha invitato alla lotta solidale i  lavoratori dei due stabilimenti. Un invito raccolto da diversi di loro, che riconoscono nella difesa del diritto al lavoro di Cheikh, la difesa dei diritti di tutti.