La Camera di commercio di Ravenna accelera sempre più sulla semplificazione amministrativa con l’obiettivo di ridurre, in particolare nella drammatica emergenza sanitaria ed economica che stiamo vivendo, costi e tempi a favore del sistema produttivo provinciale. Con il prezioso supporto delle associazioni di categoria del territorio, infatti, è già entrata nel vivo la sperimentazione del servizio “stampa in azienda” dei documenti doganali necessari (visti e certificati d’origine) a svolgere l’attività di trasporto internazionale.

Tale procedura telematica consente, dunque, all’impresa di stampare i documenti che le servono direttamente presso i propri uffici evitando di dover provvedere al ritiro in Camera di commercio. Non servono formulari ufficiali, ma solo una semplice richiesta attraverso la piattaforma Cert’O. L’autenticità dei certificati d’origine emessi dalla Camera di commercio potrà essere verificata, dopo sole 48 ore dall’emissione, grazie all’accreditamento dell’Ente di Viale Farini al network internazionale per la certificazione di origine sul sito internazionale https://certificates.iccwbo.org/.

“Da sempre – sottolinea Giorgio Guberti, commissario straordinario della Camera di commercio di Ravenna, affianchiamo gli imprenditori nello sviluppo della loro strategia commerciale all’estero. I risultati ottenuti ci consentono di affermare che le PMI ravennati possono non solo gareggiare a testa alta nell’arena internazionale, ma anche ottenere grandi risultati e sbaragliare la concorrenza purché possano disporre delle competenze e degli strumenti idonei. La collaborazione sempre più stretta con le associazioni di categoria, conclude Guberti, consentirà a un numero sempre crescente di imprese del nostro territorio di cogliere nel modo migliore le opportunità offerte dai mercati internazionali”.

Si può ancora fare internazionalizzazione ai tempi del Covid? L’indagine della Camera di commercio. Tra le incertezze delle aziende ravennati nell’affrontare l’internazionalizzazione, al primo posto figura l’individuazione di partner locali adeguati, poi la complessità delle normative e gli ostacoli di natura linguistica e culturale. Il punto di partenza, sottolinea la Camera di commercio, è rappresentato dal fatto che il 94% delle imprese che si è già aperta ai mercati internazionali lo ritiene fattore indispensabile per assicurare la crescita dell’azienda, e se due terzi di queste è riuscita a compiere il processo in meno di 12 mesi, per chi non lo ha ancora fatto esiste una percezione più dilatata e più della metà ritengono che ci vorrà oltre un anno di tempo. Questo riflette l’ansia di dotarsi, soprattutto per le piccole e medie imprese, del know how interno per affrontare i nuovi mercati. E infatti il 61% pensa che dovranno ricorrere alle competenze specializzate di consulenti esterni, mentre solo il 37% di queste ritiene di avere in casa le conoscenze necessarie. Tra le aziende già internazionalizzate, invece, il 90% ad oggi segue il processo con personale interno e solo il 22% con esterni.

Le imprese ravennati, conclude la Camera di commercio, in questa fase di emergenza stanno facendo un grande sforzo per garantire il prosieguo della propria attività anche a distanza, dove questo è possibile, attraverso l’uso dello smartworking. Ma non tutte sono attrezzate sotto il profilo tecnologico per assicurare una connessione ai dati aziendali da remoto e un’adeguata protezione dagli attacchi informatici. Quasi 4 aziende su 10 sono dotate di sistemi cloud, una tecnologia fondamentale per garantire una più agile transizione delle attività svolte all’interno degli uffici in modalità “smart”. E 3 imprese su 10 sono equipaggiate per proteggere le connessioni da remoto con strumenti di cybersecurity necessari per garantire sicurezza nella gestione dei dati. Le imprese digitalizzate (54%), infine, reagiscono alla crisi meglio di quelle che non hanno intrapreso alcun percorso verso la transizione digitale (43%).