Serve dare immediatamente il via libera all’obbligo dell’etichettatura d’origine sui derivati della carne suina per garantire la trasparenza e la rintracciabilità di fronte agli allarmi sanitari che si moltiplicano con la globalizzazione degli scambi. E’ quanto afferma Coldiretti Ravenna nel commentare positivamente il maxi sequestro della guardia di Finanza di Padova con la collaborazione dell’Asl di 10 tonnellate di carni suine provenienti dalla Cina, attraverso il porto di Rotterdam, potenzialmente pericoloso per la diffusione della peste suina.

Sotto accusa c’è il sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale pericoloso ai confini olandesi ma anche i ritardi a livello nazionale causati da una burocrazia che non comprende l’urgenza di tracciare gli alimenti che arrivano ai consumatori in una situazione in cui l’Italia importa ogni anno dall’estero circa 1 miliardo di chili di carni suine fresche e congelate.
“Mentre l’Italia lavora per rendere più forte e trasparente la filiera suinicola, sia con il decreto relativo all’etichettatura obbligatoria, sul quale chiediamo non si tergiversi più, sia con il Decreto sul prosciutto del 5 dicembre scorso e i nuovi Disciplinari dei Consorzi San Daniele e Parma, l’Europa continua a perseverare nella mancanza di controlli efficaci con gravi rischi per i consumatori italiani e danni certi, vista la concorrenza sleale, per i nostri allevatori.

La peste suina africana – ricorda la Coldiretti – è una malattia virale contagiosa che colpisce suini e cinghiali. Questo virus può essere trasmesso facilmente da un animale all’altro attraverso stretti contatti tra individui, o con attrezzature contaminate (camion e mezzi con cui vengono trasportati gli animali, stivali, ecc.) o attraverso resti di cibo che trasportano il virus e abbandonati dall’uomo. Considerata dunque la facilità di trasmissione – conclude Coldiretti – il rischio che il contagio possa essere esteso agli allevamenti italiani rappresenterebbe un gravissimo danno.

Il fondamentale via libera all’obbligo dell’etichettatura d’origine su tutti i salumi tutela un settore nazionale che vale secondo la Coldiretti 20 miliardi di euro ed è atteso dal 93% degli italiani che ritengono importante conoscere l’origine degli alimenti e dire finalmente basta all’inganno di prosciutti e salami fatti con carne straniera ma spacciati per Made in Italy, secondo la consultazione on line del Ministero delle Politiche Agricole.

L’Italia, che è leader europeo nella trasparenza e nella qualità, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie. Un impegno portato avanti dalla Coldiretti che è stata capofila nella raccolta di 1,1 milioni di firme di cittadini europei per chiedere alla Commissione Ue di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti con la petizione europea “Eat original! Unmask your food” (Mangia originale, smaschera il tuo cibo) promossa assieme ad altre organizzazioni europee.