“Le lavoratrici e i lavoratori di S. Pier Damiano Hospital e Maria Cecilia Hospital attendono da oltre un anno e mezzo risposte concrete su temi fondamentali come la gestione dei turni di lavoro, la carenza di personale infermieristico, l’eccessivo carico di lavoro, i buoni pasto e gli incentivi. Temi su cui la Direzione Generale si era impegnata, ma che, ad oggi, sembrano essere stati del tutto disattesi, trasformando le promesse in una vera e propria presa in giro” FP CGIL, FP CISL Romagna e UILPFL di Ravenna, esprimono dure critiche contro il gruppo sanitario privato.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata con il rinvio di due incontri sindacali consecutivi, comunicati dall’Azienda con un preavviso di sole 24 ore.
“In un settore sanitario già profondamente in crisi, sarebbe auspicabile – e nell’interesse degli stessi datori di lavoro – aprire un confronto serio, schietto e costruttivo con le Organizzazioni Sindacali, finalizzato alla sottoscrizione di accordi in grado di garantire risposte adeguate ai lavoratori e, allo stesso tempo, rendere più attrattive e funzionali le strutture del territorio. Al contrario, si riscontra un atteggiamento elusivo da parte della Direzione, che non fa che aggravare la situazione, alimentando un clima di frustrazione e conflittualità interna” scrivono i sandacati.
“Si registra infatti un forte malessere tra i professionisti, generato anche da scelte aziendali non condivise : come è il caso degli incentivi distribuiti in modo arbitrario dalla Direzione Generale in favore solo di alcuni dipendenti, senza criteri oggettivi e con importi differenziati anche tra professionisti dello stesso reparto o con pari mansioni. Una gestione che ha inevitabilmente generato malumori, demotivazione e divisioni tra colleghi, abbandoni da parte di numerosi lavoratori che hanno preferito cercare condizioni più dignitose altrove”.
Per le sigle sindacali: “Oggi, S. Pier Damiano e Maria Cecilia Hospital si trovano in evidente difficoltà, costretti a reclutare personale sanitario da altri Paesi, spesso con forti barriere linguistiche, senza fornire strumenti adeguati né tempi sufficienti per un corretto inserimento professionale. Tutto ciò mette a rischio anche la qualità e la sicurezza delle prestazioni erogate.
Alla luce di quanto esposto, è chiaro che l’attuale strategia aziendale non sta producendo effetti positivi”.
“Pertanto, prima di intraprendere ogni azione utile a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, FPCGIL, CISLFP e UILFPL chiedono alla Direzione Generale del Gruppo una risposta chiara e definitiva: intende finalmente affrontare le problematiche segnalate dalle lavoratrici e dai lavoratori, o continuerà a ignorarle?”

























































