Sabato 5 luglio al Mercato Contadino coperto di Campagna Amica Ravenna (via Canalazzo 59) torna l’appuntamento con “Viva la frutta, abbasso le merendine!”. Dalle 10.30 in programma un gioco-laboratorio gratuito di educazione alimentare per bimbi e genitori cui seguirà una merenda sana a base di frutta fresca, di stagione e ad origine garantita (prenotazione gradita al laboratorio via WhatsApp al 347 8638450).

“Il cibo ultra-formulato sta minacciando il futuro dei nostri giovani e la qualità del cibo è la chiave: su quello cattivo si gioca una partita fatale per il nostro paese – afferma il Presidente di Coldiretti Ravenna Nicola Dalmonte. – E’ tempo di scegliere consapevolmente per proteggere la salute e il domani delle nuove generazioni”.

La tutela del consumatore è al centro anche della proposta di legge popolare per l’etichettatura d’origine obbligatoria su tutti i cibi in commercio in UE che Coldiretti sta sostenendo con una raccolta firme attiva in tutti i propri uffici e in tutti i Mercati di Campagna Amica.

“Vogliamo costruire un futuro più sano per i nostri figli, partendo dall’educazione al cibo – prosegue Dalmonte –. Un’alimentazione consapevole è la prima forma di prevenzione e rispetto per la salute, l’ambiente e l’economia agricola del nostro territorio e dell’intero Paese. Per questo, come Coldiretti Ravenna, abbiamo avviato in sinergia con l’Istituto Alberghiero di Riolo Terme un primo progetto per eliminare dalle vending machine il cosiddetto junk food premiando gli studenti di cucina che creano merende sane-mediterranee con ingredienti locali e di stagione forniti direttamente dalle aziende agricole del territorio aderenti alla rete Campagna Amica”.

Da un’analisi della Fondazione Aletheia sulla base di un’indagine del sistema di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità, è emerso infatti come la categoria di prodotto più presente nelle “macchinette” delle scuole italiane siano gli snack dolci (nel 77% dei casi analizzati) davanti a snack salati (76%) mentre la presenza di yogurt o latte è appena del 2% e quella della frutta all’1%.

A tale proposito Coldiretti ha lanciato il “Manifesto per l’Educazione Alimentare nelle Scuole”, un documento in cinque punti che mira a restituire alle nuove generazioni il diritto al cibo buono e di qualità, naturale, giusto, sicuro e garantito. Nel Manifesto si evidenzia come l’allarmante aumento dell’obesità infantile nel nostro Paese richieda l’avvio di una strategia nazionale strutturata, con obiettivi chiari e condivisi tra istituzioni, scuole e famiglie. L’agricoltura italiana è pronta a dare il suo contributo, mettendo in campo filiere garantite, campagne di sensibilizzazione e iniziative educative per promuovere un’alimentazione più equilibrata e consapevole.

Per costruire un vero cambiamento, serve un patto educativo tra scuola, famiglia e agricoltori, soprattutto per far capire ai ragazzi l’importanza dell’origine del cibo e il valore di una dieta sana e sostenibile. In questo senso, Coldiretti mette a disposizione la propria rete di fattorie didattiche e le esperienze maturate attraverso Campagna Amica per realizzare percorsi formativi capaci di coinvolgere non solo gli studenti, ma anche le loro famiglie.

Un punto centrale della strategia è rilanciare le mense scolastiche come luoghi di educazione e salute. Il primo passo è l’introduzione sistematica di cibo a km zero, locale, stagionale e di filiera corta, sottraendo le gare d’appalto alla logica del massimo ribasso economico, che penalizza la qualità e la sostenibilità (peraltro a fronte di una qualità discutibile, il costo medio mensile per far mangiare i propri figli nelle mense scolastiche si aggira su una cifra superiore agli 80 euro).

Accanto a questo, Coldiretti chiede di eliminare dagli istituti scolastici e dagli edifici pubblici tutti i distributori automatici che offrono snack iperzuccherati, bevande gassate e prodotti ultra-processati. Una norma nazionale dovrebbe vietarne la presenza, sostituendoli con proposte sane, fresche e il più possibile di provenienza locale.

Infine, il manifesto sottolinea la necessità di rafforzare la presenza dell’educazione alimentare nei programmi scolastici, a partire dalla scuola primaria. Insegnare ai bambini da dove viene il cibo, quali sono i principi di una dieta equilibrata e quali rischi comportano i cibi ultra-formulati significa investire nel benessere dell’intera società.