“Il ricorso al Tar di Bologna della Saint Gobain contro Regione Emilia-Romagna, Ministeri degli Esteri, della Cultura e dell’Ambiente, Unione della Romagna Faentina, Provincia di Ravenna, Ente Parchi Romagna, Comuni di Riolo Terme e Casola Valsenio si commenta da sè. Surreale e irricevibile.

La multinazionale francese, proprietaria della cava di Monte Tondo, non solo vuole continuare a estrarre gesso, ma pretende di ampliare l’area di estrazione oltre i confini compatibili con la nomina a Patrimonio dell’Unesco dell’attiguo sistema dei fenomeni carsici della Vena del Gesso Romagnola. In altre parole, invece di avviare la conversione produttiva che apra un futuro occupazionale alle maestranze, con questo ricorso Saint Gobain dichiara che la prestigiosa nomina Unesco non ha per lei alcun valore.

L’impugnazione dei provvedimenti regionali dimostra ancora una volta il disinteresse dell’azienda per la tutela di un territorio di straordinario pregio naturalistico. Come Europa Verde ci batteremo affinchè sia confermato lo scenario “B” contenuto nello studio commissionato dalla regione Emilia-Romagna – scenario condiviso anche dalla Federazione Speleologica dell’Emilia-Romagna e dalle associazioni ambientaliste – che prevede un ultimo decennio di attività estrattiva, investendo questo periodo residuo per attuare politiche di riconversione produttiva”.