“Il Sindaco prova a smentire di essere un cementificatore e corresponsabile delle conseguenze devastanti dell’alluvione per il via libera dato a tutte le lottizzazioni richieste con le solite scuse ma inciampa e cade malamente. È più o meno così che si potrebbe rappresentare la smentita ricevuta in pieno viso da Michele de Pascale, le cui affermazioni sono state buttate nel cestino della carta straccia da Fabio Poggioli. Poggioli, per chi non se lo ricorda, è un architetto ravennate con molteplici esperienze lavorative sia in studi privati che in amministrazioni pubbliche (attualmente è “Responsabile Urbanistica, Energia e Mobilità” per l’Unione dei Comuni della Bassa Romagna), che tra il 2001 e il 2008 ha rivestito i panni di Assessore all’Urbanistica nelle Giunte Mercatali e Matteucci. Mentre ricopriva il suo incarico sono stati posti in essere gli strumenti urbanistici che ancora oggi costituiscono la pianificazione territoriale del nostro Comune in attesa del nuovo PUG continuamente rinviato. L’ultima notizia che riguarda questo nuovo piano è che possa arrivare in Consiglio Comunale durante il prossimo anno: parola dell’assessora Del Conte che riveste il ruolo già di Poggioli.
Mercoledì scorso de Pascale, durante un incontro con il noto meteorologo Luca Mercalli, ha risposto a una domanda dal pubblico che lo esortava a spiegare perché da anni e, soprattutto, in quelli dei suoi due mandati, sono state autorizzate così tante nuove lottizzazioni. Le cementificazioni e le impermeabilizzazioni, cioè il cosiddetto consumo di suolo, come spiega Mercalli, ma certo non solo lui, sono strettamente correlate agli effetti disastrosi dei cosiddetti eventi estremi, non ultime le inondazioni di maggio. La risposta del Sindaco, testualmente, è stata: «Non c’erano strumenti per dire no».
Ravenna in Comune ha sempre sostenuto che ciò non sia vero. Abbiamo sollecitato più volte in Consiglio Comunale, durante lo scorso mandato, sia il Sindaco che l’Assessora a riconoscere che il voto del Consiglio non poteva essere un vuoto rito di conferma di decisioni immutabili assunte nel passato. Ora è lo stesso ex Assessore Poggioli a confermare la nostra posizione: «Gli amministratori del Comune di Ravenna, da ultimo il Sindaco in una recente iniziativa pubblica, a fronte delle richieste di spiegazione sull’autorizzazione delle nuove espansioni si giustificano rispondendo che è la conseguenza della pianificazione approvata dalle precedenti amministrazioni». Ma questo non corrisponde al vero e la scusa di de Pascale viene smontata tecnicamente pezzo a pezzo dall’ex assessore.
«La legge regionale non riconosceva capacità conformativa al Piano Strutturale Comunale, vale a dire non produceva effetti immediati. Quindi avere portato ad attuazione delle previsioni del PSC è una scelta, non un automatismo, sia perché non è stato modificato il PSC (cosa che in alcuni casi è stata fatta, come nel 2018 quando su richiesta dei proprietari si sono cancellate aree di trasformazione, come se il Piano fosse semplicemente uno strumento di valorizzazione immobiliare!) e sia perché quelle scelte sono state portate a maturazione con il Piano Operativo Comunale, il secondo dei quali è stato approvato nel 2018, dall’Amministrazione guidata dallo stesso Sindaco. Il POC del 2018 ha scelto di confermare i comparti in attuazione del POC 2010-2015, come si legge nella stessa Relazione che accompagna lo strumento. Mi è chiaro che questo poteva essere complicato per ambiti oggetto di accordo con i privati (c.d. artt. 18), ma il fatto che con il POC alcuni di questi siano stati profondamente rivisti (in alcuni per agevolarne l’attuazione è stato mortificato l’interesse pubblico) è la prova che l’ammissione alla fase operativa poteva essere maggiormente selettiva. Ci sono poi casi in cui il PSC aveva demandato al POC anche la completa definizione della previsione, è il caso dell’Ambito PF 04 sud, da poco adottato dal Consiglio comunale, che comprende aree a ridosso del canale Lama, recentemente interessato dagli eventi alluvionali. Questo è un ambito non oggetto di accordo con i privati in fase di PSC, per il quale lo strumento generale rinviava completamente le modalità di attuazione alla fase operativa. È del tutto evidente che è stato il POC a decidere di attuarlo, rappresentando così una precisa volontà di questa amministrazione». Ed anche riguardo il nuovo PUG, ancora una volta spostato in avanti nel tempo, rimarca Poggioli che «se si fosse proceduto con maggior celerità si sarebbero potuti evitare alcuni di quei Piani attuativi per i quali oggi ci si appella alla pianificazione previgente (il Piano del comparto PF 04 è stato presentato il 30 dicembre 2021)».
Il giudizio complessivo di Poggioli sull’Amministrazione de Pascale è impietoso: «Di fronte ad una scelta che non si condivide mi è stato insegnato che un amministratore è tenuto a dimostrare di aver fatto di tutto per evitarla, diversamente rischia di screditare il proprio ruolo relegandosi a burocrate e rinunciando a perseguire l’interesse della propria Comunità. Questa Amministrazione non solo non si opposta a quelle scelte, ma le ha promosse».
Né de Pascale né Ravenna in Comune erano in Consiglio Comunale quando venne approvata la pianificazione urbanistica ancora oggi in vigore che, come de Pascale, valutiamo abbia ipotizzato urbanizzazioni sbagliate. Però Ravenna in Comune, come Fabio Poggioli, ritene che se non si cercano di correggere gli errori allora significa che questi, in realtà, rappresentano scelte ancora condivise. Dal punto di vista tecnico tutto l’impianto difensivo di de Pascale per continuare ad approvare lottizzazioni su lottizzazioni scaricando la colpa su un passato immodificabile è stato definitivamente svergognato come scorretto. Dal punto di vista politico avevamo smentito de Pascale fin dalla nostra nascita. In un modo o nell’altro non ci sono più scuse. Ravenna in Comune torna a chiedere che sia dichiarata una immediata moratoria bloccando nuove costruzioni che, con il 30% del patrimonio immobiliare vuoto e inutilizzato, non hanno nessuna giustificazione se non la speculazione degli immobiliaristi. Che potremmo dover tornare a pagare cara molto prima di quanto si pensi.