Esattamente quarant’anni fa, l’album La voce del padrone – due milioni di copie vendute, un inedito impiego dell’elettronica, testi frutto di una perfetta e disarmante alchimia fra riferimenti coltissimi e sottile ironia – fece di Franco Battiato un vero rivoluzionario del panorama musicale italiano, il “centro di gravità permanente” della canzone d’autore. Giovedì 14 luglio, alle 21.30 all’Arena dello Stadio dei Pini a Cervia-Milano Marittima, Il Trebbo in musica di Ravenna Festival si conclude con Over and over again, un tributo a Battiato a un anno dalla scomparsa. Sul palcoscenico si incontrano artisti che hanno a lungo collaborato con il Maestro – Angelo Privitera che delle sue sonorità conosce ogni sfumatura, gli archi del Quartetto Italiano che l’hanno accompagnato in tante tournée – e Fabio Cinti, premio Tenco per il suo “adattamento gentile” de La voce del padrone. L’appuntamento finale della rassegna, realizzata in collaborazione con il Comune di Cervia e con il contributo della Cooperativa Bagnini, è possibile grazie al sostegno della Federazione delle Cooperative della Provincia di Ravenna, Parfinco, Federcoop Romagna, Legacoop Romagna.

“Sono riuscito a condividere l’idea di questo progetto anche con Franco – rivela Angelo Privitera, direttore musicale dell’intera operazione e per 36 anni a fianco di Battiato – Quando è scomparso, però, mi sono sentito svuotato e non volevo fare più nulla. Sono stati soprattutto i suoi familiari a convincermi che invece questo tributo fosse la cosa giusta da fare. C’è tanto del mio rapporto con lui che è giusto condividere col pubblico. Riporteremo in scena gli arrangiamenti che usavamo insieme, le stesse sonorità e gli stessi musicisti. Il vero spirito che anima il concerto è ‘raccontare’ Battiato: la sua ironia, la profondità, le sue tante sfaccettature… insomma, la bellezza di Franco come persona”. Privitera – che è salito anche sul palcoscenico del Pala De André per il primo dei due omaggi del Festival a Battiato – si dedica da anni e con grande attenzione alla trascrizione della produzione musicale del maestro.

“Quando è uscito La voce del padrone avevo 4 anni. E sono 40 anni che lo ascolto – racconta invece Fabio Cinti, che nel 2018 ha pubblicato l’album La voce del padrone – un adattamento gentile per rileggere in chiave cameristica il più celebre disco di Battiato – Il mio intento non era tanto quello di ‘coverizzarlo’ ma di ‘scavarci dentro’, capire cos’avesse scatenato le emozioni di milioni di italiani. Lo affronto come si affrontano i classici, come Martha Argerich farebbe con Ravel: in modo rigoroso. Solo un suo pari può pensare di personalizzare Battiato. Il timbro vocale mi aiuta, certo, ma cantare le sue canzoni è difficilissimo. Franco aveva un’estensione molto ampia e insolite soluzioni armoniche e melodiche, quelle che in gergo compositivo si definiscono cadenze di inganno”. E quando Cinti ebbe modo di comunicare a Battiato la sua intenzione di mettere mano a quel disco, si sentì rispondere: “Lo devi fare bene, perché la gente lo conosce meglio di me”.

redi della grande tradizione quartettistica italiana, i musicisti del Nuovo Quartetto Italiano (Alessandro Simoncini e Luigi Mazza ai violini, Demetrio Comuzzi alla viola, Marco Ferri al violoncello) costituiscono l’ideale continuazione artistica e strumentale del celeberrimo Quartetto Italiano. Sin dal debutto a Cremona nel 1996 è stato riconosciuto come uno dei migliori complessi cameristici del panorama internazionale e ha coltivato un approccio eclettico, incidendo quartetti di Haydn, Mendelssohn, Verdi, Puccini ma anche di Rota, Respighi, Malipiero; spaziando fino alla musica jazz e di confine, collaborando con artisti come Chick Corea e José Carreras e, dagli anni Novanta, con Franco Battiato.