Sappiamo come scoprire di soffrire di una patologia seria come il tumore sia un evento che ha un forte impatto non solo sulla persona malata, ma anche su chi sta accanto a questa persona. Se colui che riceve una diagnosi diventa ufficialmente un paziente e viene preso in carico da una rete di professionisti che lo accompagna passo passo, giorno dopo giorno, nel lungo e delicato percorso di cura, meno codificata è l’assistenza da garantire ad affetti e famigliari investiti anch’essi, sebbene indirettamente, dal ciclone del cancro, e che vanno a ricoprire quel ruolo che oggigiorno siamo soliti definire “caregiver”. Una parola, mutuata dall’inglese, per includere tutte quelle persone che si occupano di garantire igiene, socialità, dignità al malato una volta a casa, a prescindere dal legame di parentela: un’attività fisicamente ed emotivamente sovente gravosa che spesso viene affrontata in solitaria. L’importanza di fare rete non solo a favore dei pazienti oncologici ma anche dei caregiver, figure sempre più centrali in un mondo che è riuscito a cronicizzare buona parte delle neoplasie e in cui quindi la presa in carico si prolunga anche per anni, sarà il tema affrontato sabato 29 novembre a partire dalle ore 9 al Presidio Ospedaliero di Lugo di via Masi, presso la Sala C del Padiglione C.

Il titolo dell’evento, aperto a tutta la cittadinanza, è “Quando ci prendiamo cura” e mira proprio a sensibilizzare la popolazione sull’importanza di riconoscere i bisogni assistenziali anche del caregiver affinché il suo vissuto emotivo e lo stress collegati a questa attività possano trovare ascolto e sollievo. L’incontro vedrà diversi interventi di sicuro interesse, a partire dallo speech del Responsabile dell’Oncologia dell’Umberto I, il dott. Claudio Dazzi che parlerà di come la rete di cura possa rappresentare un grande valore aggiunto, specie se l’impegno è condiviso. Proseguirà la dott.ssa Samanta Sarti, in rappresentanza del centro di riferimento in Romagna di ricerca oncologica IRST “Dino Amadori” IRCCS, con una introduzione alla tematica del percorso di presa in carico di un paziente col cancro, dalla diagnosi alle terapie. La parte relativa al benessere emotivo dei famigliari che stanno al fianco dei malati verrà sviscerata dalle dott.sse Carlotta Laghi, Chiara Scutellà ed Elisa Ruggeri: se quest’ultima porterà alla cittadinanza un intervento sul valore delle discipline mente-corpo portate avanti presso il PRIME Center, struttura voluta dallo stesso fondatore dello IOR, il prof. Dino Amadori, e che offre percorsi di medicina integrata, le prime due si concentreranno sull’equilibrio, tutto da costruire, tra caregiver e psicologo. In chiusura Antonella Massaro, Responsabile EPACA Ravenna, porterà l’argomento dei diritti del malato oncologico al netto della riforma sulla disabilità.

 «L’Istituto Superiore della Sanità ha pubblicato uno studio molto interessante di recente – spiega Fabrizio Miserocchi, Direttore Generale IOR – secondo cui 4 caregiver su 10 sviluppano una qualche forma di malattia cronica di cui non soffrivano prima della diagnosi di un proprio caro: in due casi su tre si tratta di due o più patologie, tra cui disturbi psichiatrici, muscolo-scheletrici, cardiovascolari e gastrointestinali. Sono dati che raccontano di un’emergenza: dietro i gesti quotidiani d’amore e dedizione che abbiamo nei confronti di un malato cui siamo legati da affetto o parentela si nasconde un prezzo altissimo da pagare, molto spesso a causa del fatto che non abbiamo aiuti che possano sollevarci dal peso emotivo di questa abnegazione. Chiunque abbia un affetto che soffre di una patologia oncologica grave si dona a lui e lo fa senza pensarci due volte, ma questo non significa che non abbia bisogno d’aiuto di tipo fisico, professionale e psicologico. Grazie ai progressi della ricerca, della scienza e della medicina il cancro è diventata una malattia sempre più guaribile, e anche laddove la guarigione non sia un’opzione abbiamo restituito anni di vita di buona qualità a chi ne soffre: quando parliamo di “cronicizzazione” andiamo a intendere sostanzialmente questo. Ma non possiamo ignorare le sfide che questo traguardo impone: tra queste, ovviamente, anche l’assistenza sempre più prolungata richiesta a chi sta accanto al paziente in una società in cui la famiglia ha legami sempre più sfilacciati e complicati. L’incontro che terremo sabato 29 a Lugo porta tanti argomenti e tanti professionisti proprio per guardare a una questione tanto complicata a 360°: avremo un panel di specialisti di varie professioni proprio per sottolineare che l’approccio “di rete”, “di squadra”, multidisciplinare, resta l’impostazione migliore per prendersi cura non solo del paziente, ma anche del caregiver».

Per partecipare gratuitamente all’incontro basta iscriversi chiamando la sede di Lugo al numero 0545.32033 o scrivendo a lugo@ior-romagna.it.