Continua, dopo la frattura pandemica, il percorso di recupero della normalità all’anagrafe delle imprese ravennati. Tra gennaio e marzo il bilancio tra aperture e chiusure volontarie di attività economiche si è attestato a -139 unità, un valore più elevato rispetto allo stesso trimestre degli ultimi tre anni ma ancora ben al di sotto della media dell’ultimo decennio (circa -250 imprese). Il saldo del trimestre riflette, da un lato, una leggera accelerazione delle cancellazioni (793, pari allo 0,6% in più rispetto allo stesso periodo del 2023) e, dall’altro, un moderato calo delle iscrizioni (654, il 3,3% in meno dell’anno precedente). Nel complesso, entrambi i flussi di aperture e chiusure di imprese restano comunque ancora al di sotto della media del periodo pre-pandemia. Il risultato della movimentazione, conduce ad una contrazione trimestrale del -0,38% dello stock di imprese (a fronte del -0,29% dell’Emilia-Romagna e del -0,18 in Italia). Questo in sintesi lo scenario che emerge dai dati Movimprese elaborati dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna sulla base del Registro delle Imprese, relativo all’andamento del primo trimestre del 2024.


“Il modello di sviluppo in cui crediamo – ha sottolineato il presidente della Camera di commercio, Giorgio Guberti – è quello nel quale l’impresa assume in pieno la responsabilità del lavoro e del benessere e permette di far divenire logica comune un fatto di evidenza lampante: senza il lavoro un’impresa non vive, quindi non produce; così come, senza l’impresa, il lavoro resta inespresso. In occasione del mio insediamento, chiudevo il Consiglio camerale con un appello, forte, a ritrovare il coraggio di guardare al futuro con fiducia. La fiducia in noi stessi, necessaria per fare le scelte difficili ed urgenti che abbiamo di fronte. Così come la fiducia nei nostri figli, perché, come l’abbiamo pretesa a suo tempo dai nostri padri, oggi noi gliela dobbiamo. E la capacità di reazione delle nostre imprese – ha concluso Guberti – ci dicono che è questa la cosa giusta da fare”.

Nel valutare i dati del primo trimestre – evidenzia l’Ufficio Studi della Camera di commercio – è importante considerare che, storicamente, questo periodo registra saldi negativi, principalmente a causa del concentrarsi alla fine dell’anno di un elevato numero di cessazioni di attività. Un fenomeno di natura tecnico-amministrativa che estende i propri effetti sugli archivi camerali anche nelle prime settimane del nuovo anno, influenzando il dato del primo trimestre. A fine marzo 2024, lo stock complessivo delle imprese registrate in provincia di Ravenna si attesta sulle 36.883 unità.

Il bilancio di avvio dell’anno ha avuto maggiori ripercussioni soprattutto sulle imprese individuali, che hanno registrato una diminuzione di 130 unità rispetto alla fine di dicembre (-0,67%). La diminuzione delle società di persone è stata meno significativa in termini assoluti, con una riduzione di 58 unità ma superiore in termini relativi a quella delle imprese individuali (-0,76%). Nota positiva, ed accentuata rispetto all’anno precedente, dalle società di capitali che hanno registrato una crescita di 69 unità nei primi tre mesi dell’anno (+0,77%; era +0,21% nel primo trimestre 2023).

Durante il primo trimestre 2024, diversi settori hanno manifestato una crescita significativa, mentre altri hanno fatto segnare una riduzione del loro perimetro. L’edilizia (+33 imprese, +0,6% la variazione percentuale trimestrale rispetto a dicembre 2023), le attività professionali, scientifiche e tecniche (+10 imprese, +0,7%), i servizi ICT (+10, +1,5%), le attività finanziarie (+8, +1%), i servizi di alloggio e ristorazione (+5, +0,2%), la fornitura di energia elettrica-gas (+4, +3,6%), il noleggio e servizi di supporto alle imprese (+3 imprese, +0,3%), la fornitura di acqua, gestione reti fognarie e rifiuti (+2, +3,4%) e le attività di servizi alle persone (con una impresa in più e +0,1% la crescita trimestrale), si sono distinti per un aumento della compagine imprenditoriale. Sul versante opposto, le riduzioni più apprezzabili nel numero di attività hanno riguardato l’agricoltura (-121 imprese e -1,9%) ed il commercio (-65 unità, pari a una variazione percentuale negativa trimestrale del -0,9%). Questo evidenzia sfide specifiche che tali settori stanno affrontando, forse dovute a cambiamenti nelle preferenze dei consumatori, alle politiche agricole o, più in generale, all’impatto delle fluttuazioni economiche globali. Contrazioni più contenute si registrano, infine, per le attività immobiliari (-24 e -1,1%), nella logistica (-9 e -0,8%) e nell’industria manifatturiera (-8 imprese e -0,3%).

Nel primo trimestre dell’anno, crescono le imprese giovanili (+3,64%, corrispondente ad un saldo netto tra iscrizioni e cessazioni volontarie pari a +91 unità) e le imprese straniere (+1,85% e saldo pari a +85 unità). In territorio negativo, invece, le imprese femminili con 68 attività in meno e tasso trimestrale negativo pari a -0,86%.