Queste sono alcune delle opere inserite nel Piano integrato dei trasporti 2025, adottato oggi dall’Assemblea legislativa con il voto favorevole del Partito democratico, le astensioni di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia e i voti contrari del Movimento 5 stelle. Contro le grandi opere stradali anche Sinistra italiana e Silvia Prodi che in sede di votazione si sono astenuti ad accezione del voto sul capitolo che riguarda le infrastrutture stradali in cui ha espresso il proprio ‘no’. Il Piano regionale integrato dei trasporti (Prit) è il principale strumento di pianificazione della mobilità, di persone e merci, della regione. Definisce e sviluppa gli obiettivi strategici, descrive il sistema di azioni previsto per il loro perseguimento. Ecco alcune azioni previste.
Infrastrutture. Dal punto di vista del quadro infrastrutturale il Piano è un aggiornamento, e non un nuovo documento, di quello del 1998. Prevede di completare le opere non ancora concluse, verificandone la loro attualità e, in caso contrario, modificandole. Obiettivo principale del Piano: la riduzione del 50% dei tratti in congestione della rete stradale regionale.
Il documento, per quanto riguarda la rete autostradale esistente, prevede la creazione della quarta corsia nell’A1 fra Modena (interconnessione con A22) e il confine regionale (Piacenza) e nell’A14 fra San Lazzaro e la diramazione per Ravenna mentre l’allargamento a tre corsie sull’A13 fra Bologna Arcoveggio e il confine regionale (Ferrara) e nell’A22 fra interconnessione con A1 e il confine regionale. Del Tibre autostradale è ritenuta prioritaria la realizzazione del primo lotto, dall’interconnessione con la A15 e la A1 fino al nuovo casello di Terre Verdiane in comune di Sissa-Trecasali, nel parmense. Rimane la previsione di lungo periodo di completamento della infrastruttura. La bretella autostradale Campogalliano-Sassuolo verrà realizzata.
Per il nodo della tangenziale autostradale di Bologna il Prit prevede l’ampliamento della carreggiata autostradale, fra l’interconnessione con il raccordo autostradale Bologna-Casalecchio e l’autostazione di San Lazzaro, a tre corsie per senso di marcia più emergenza, quello della carreggiata della tangenziale a tre corsie per senso di marcia più emergenza fra l’interconnessione con il Ramo Verde (svincolo 3) e lo svincolo 6, nonché fra gli svincoli 8 e 13 e l’allargamento a quattro corsie per senso di marcia più emergenza nel tratto centrale della tangenziale fra gli svincoli 6 e 8.
Previsto anche il completamento della Pedemontana e della Cispadana. Per quest’ultima il Prit prevede: un tratto con caratteristiche autostradali, fra Ferrara sud e Reggiolo-Rolo, comprensivo di quattro caselli (San Possidonio- Concordia-Mirandola; San Felice sul Panaro-Finale Emilia; Cento; Poggio Renatico) oggetto di concessione regionale. Sono previsti anche diversi interventi di collegamento al sistema autostradale. Per il restante tracciato la previsione è quella di una strada extraurbana secondaria ad una corsia per senso di marcia.
Si alla tangenziale nord di Faenza (nel ravennate), compresi i lavori per migliorare l’accesso alla città alla circonvallazione di Calabrina, nel cesenate, alla variante alla statale 16 tra gli abitati di Camerlona, Mezzano e Glorie, sempre nel ravennate. Inserita nel programma anche la riqualificazione del tratto della Ravegnana da Ravenna a Forlì.
Trasporto ferroviario. L’obiettivo generale è quello dell’aumento dei passeggeri. Per far questo sono inserite nel Piano: l’incremento della capacità della linea Bologna-Castel Bolognese, con il quadruplicamento selettivo della tratta, il raddoppio della Quattro Ville-Carpi, completando e prolungando quindi il raddoppio già realizzato da Modena, la realizzazione dell’itinerario Ti.Bre, con raddoppio della linea Pontremolese, il completamento dell’elettrificazione della rete, un ‘esempio su tutti è quello della Reggio-Guastalla, gli interventi sul nodo di Faenza, il potenziamento e l’ammodernamento della Rimini-Ravenna e l’ottimizzazione del nodo di Ferrara. Per quanto riguarda il parco mezzi a breve inizierà la sostituzione dei treni che terminerà nel 2020: saranno 39 i mezzi Hitachi Rock a doppio piano da 600 posti a sedere e 47 Alstom Coradia Pop da 300 posti.
Il trasporto pubblico locale. Per sviluppare il tlp è previsto l’arrivo di 600 nuovi mezzi entro il 2020, che saranno ripartiti su base territoriali. Verrà inoltre completato il sistema tariffario integrato ferro-gomma, iniziato nel 2008.
La logistica. Il Prit si pone come obiettivo al 2025 un incremento del 30% del trasporto merci ferroviario, raggiungendo le 25 mila tonnellate l’anno. Punta a costruire un incentivo regionale, che si affiancherà a quello nazionale ‘Ferrobonus’, per chi sceglie il treno rispetto ai tir, e al potenziamento della ‘piattaforma logistica regionale’.
Il trasporto merci su ferro. Sono previste opere di adeguamento infrastrutturale della rete ferroviaria, tra cui la realizzazione della bretella di collegamento Dinazzano-Marzaglia, che consentirà l’alleggerimento della Reggio Emilia-Sassuolo. Per questa linea sono previsti anche interventi per l’adeguamento di portata e velocità, l’aumento delle corse e l’elettrificazione. Prevista l’elettrificazione anche della linea Granarolo Faentino-Lugo-Lavezzola, il quadruplicamento della tratta Bologna Bivio S. Vitale-Castel Bolognese (tratta Bologna Bivio S. Vitale-Mirandola-Ozzano) e il completamento del raddoppio della ferrovia pontremolese.
Per quanto riguarda i nodi di scambio, invece, il Piano punta alla risoluzione delle interferenze tra traffico ferroviario e stradale nel nodo di Ravenna, con la realizzazione di sotto e sovrappassi stradali e altri interventi tecnologici e infrastrutturali per velocizzare la terminalizzazione dei treni, con riduzione dei costi di manovra. Previsti anche: l’adeguamento e il potenziamento dello scalo Candiano a Ravenna, il potenziamento dello scalo arrivi e partenze nella Dorsale destra del Canale Candiano, l’utilizzo di entrambi gli scali e le dorsali per lo smistamento (compreso quello tradizionale) di tutto il traffico attualmente effettuato nello scalo merci di stazione, con eventuale realizzazione di bretelle di collegamento diretto con le linee ferroviarie principali (per eliminare il passaggio dalla stazione centrale); il completamento della nuova bretella di collegamento diretto fra le linee Ferrara-Ravenna-Codigoro e Ferrara-Poggio Rusco; la realizzazione della nuova bretella a semplice binario elettrificato, di connessione tra le linee Faenza-Granarolo Faentino e Faenza-Rimini (Adriatica), che eviti l’inversione del senso di marcia a Faenza; la realizzazione della nuova bretella, a semplice binario elettrificato, di connessione tra le linee Fidenza-Fornovo e Fidenza-Bologna, che eviti l’inversione del senso di marcia a Fidenza; il completamento dei lavori previsti per la completa funzionalità dello scalo merci di Villa Selva; la realizzazione e l’allacciamento del nuovo scalo e di nuovi raccordi a Piacenza Le Mose e, infine, la realizzazione nuovo scalo delocalizzato di Faenza (su iniziativa privata).
Ancora: il completamento e il potenziamento degli scali principali della rete Rfi e Fer, spingendo su quelle opere necessarie all’adeguamento ai corridoi europei Ten-T. Il Prit inoltre punta a promuovere l’attivazione di un tavolo strategico con i nodi intermodali regionali, l’innovazione tecnologica e organizzativa e politiche che integrino le aree industriali con i nodi della piattaforma logistica.
I porti. Confermato come il principale porto e nodo logistico della regione, lo scalo di Ravenna vedrà diversi interventi: la realizzazione del terminal container e delle nuove banchine nella penisola Trattaroli, l’abbassamento dei fondali e nuovi punti di rifornimento.
Sistema idroviario Padano-Veneto. Il piano identifica come interventi prioritari quelli necessari alla rimozione delle strozzature e quelli finalizzati a dare continuità allo standard di navigazione (classe V) del sistema. Per questo il Prit prevede la definizione di un progetto per garantire la navigabilità 11 mesi l’anno con opere stimate per 600 milioni. Per quanto riguarda l’idrovia ferrarese, il Piano fissa come necessità quella di garantire il transito delle imbarcazioni (classe V), anche se con limitazione all’altezza, e lo sviluppo della vocazione turistica.
Sistema aeroportuale. Il Piano specifica anche che “l’attuale insieme degli aeroporti aperti al traffico commerciale in Emilia-Romagna (Bologna, Rimini e Parma) non prevede l’apertura di ulteriori scali, ad eccezione di quello di Forlì”, per cui si aspetta di attendere il piano di sviluppo dello scalo. Per quanto riguarda il Marconi, il Piano prevede la “valorizzazione dell’Alta velocità” con l’attivazione del collegamento ferroviario tra l’aeroporto e la stazione, il People Mover.
Il Prit identifica l’aeroporto Marconi (Bologna) come portale strategico per l’accessibilità del sistema economico emiliano-romagnolo, prevede per il Verdi (Parma) un ruolo complementare, trovandosi tra Milano e Bologna, che potrà favorire l’accessibilità all’area emiliana e a importanti poli economici produttivi puntando quindi maggiormente sui cargo, e infine conferma il Fellini (Rimini) come scalo principalmente dedicato al traffico turistico e business diretto sulla costa adriatica, e con carattere internazionale per l’accesso alla Repubblica di San Marino.