La Regione dica se sta “lavorando alla progettazione e realizzazione di adeguate casse di espansione nei territori della Romagna per evitare che future ondate di maltempo e piene dei nostri fiumi possano causare tragedie come quella dell’alluvione di maggio 2023”. E’ la domanda posta dal consigliere Massimiliano Pompignoli (Lega) al question time, a cui ha risposto il sottosegretario alla presidente Davide Baruffi.

Pompignoli cita le iniziative della Regione Veneto, dove nel 2010 “sono state realizzate opere idrauliche per un totale di 3,5 miliardi di euro con 2.527 cantieri aperti solo negli ultimi 3 anni” con l’apertura di 13 bacini e un investimento di 110 milioni di euro a cui si aggiungono “i 40 milioni annui di manutenzione ad argini e manufatti”. Una pianificazione, continua il consigliere, che ha evitato vittime e danni ingenti ai cittadini “che, purtroppo, hanno subito i nostri territori e i nostri cittadini, ancora martoriati dagli eventi alluvionali del maggio 2023. In Veneto le casse di espansione hanno fatto e stanno facendo la differenza, perché garantiscono un controllo strategico delle acque e un abbassamento immediato dei livelli idrometrici a difesa dei centri urbani”.

La risposta di Baruffi è stata che “Pompignoli ha descritto un film. Qui si parla di tempi di ritorno ogni 500 anni, si citano due fenomeni su due territori con scale di grandezza diverse. C’è un elenco di opere in corso di realizzazione”. In Emilia-Romagna, ha sintetizzato l’assessore, le vasche di laminazione sono superiori a quelle del Veneto e c’è un “elenco di opere dove si indicano 111 milioni di metri cubi di acqua che possono essere trattenuti. Ribadisco che la difesa idraulica è a carico dello Stato. Pur essendo le casse e le aree laminazione tra le principali opere contro le esondazioni, queste non saranno in futuro l’unica soluzione per affrontare eventi eccezionali come quelli vissuti”.

Pompignoli ha replicato: “Questo mi fa pensare che le opere siano state realizzate male. In Emilia sono state fatte, ma non in Romagna. Se fossero state realizzate si sarebbe potuta mitigare l’azione dell’acqua, seppur si sia trattato di piogge eccezionali”.