“Le prime pagine dei giornali di ieri, Giornata Mondiale per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro, riportano l’allarmante dato sull’aumento degli infortuni sul lavoro, anche mortali, a Rimini e Ravenna.
“È inevitabile che il mio pensiero corra agli atti politici prodotti dal consiglio comunale nel marzo del 2022 – afferma Nicola Grandi -, quando all’ordine del giorno presentato dal consigliere Esposito di Fratelli d’Italia, che denunciava l’emergenza degli infortuni e delle morti sul lavoro, con riferimenti concreti e dolorosi alla realtà ravennate, la maggioranza rispose con la consueta arroganza bocciando l’atto… per poi presentarne uno quasi uguale”.
Chiarisce il candidato sindaco della coalizione di centro-destra composta da Fratelli d’Italia, Forza Italia e lista civica Viva Ravenna: “I due documenti, quello del consigliere Esposito e quello redatto dalla maggioranza, avevano lo stesso tema, citavano gli stessi dati e le stesse fonti INAIL, gli stessi articoli della stampa locale e casi recenti di incidenti gravi o mortali (come quello di Lorenzo Parelli) e la stessa richiesta di azioni concrete, con l’impegno di sindaco e giunta a migliorare la sicurezza sul lavoro, a partire dalla formazione scolastica e passando per i protocolli di sicurezza nei luoghi di lavoro”. “Perfino il registro e il tono usati, istituzionale e moralmente impegnato erano gli stessi”, incalza Grandi.
La scelta però, per motivi di opportunità e appartenenza politica, cadde sul testo della maggioranza. Una scelta che apparve fin da subito riconducibile a una logica di coesione istituzionale e di continuità con le politiche regionali, non di contenuto più valido, dato che i testi erano entrambi valevoli e denunciavano con forza e serietà l’urgenza del problema.
Sarebbero bastate poche integrazioni al testo di Esposito, al posto della proposizione di un testo alternativo ma del tutto simile, per trovare una strategia condivisa.
“Si registrò dunque l’ennesima occasione in cui la forma prevalse sulla sostanza, e di fronte a un tema chiave come quello della sicurezza sul lavoro”, commenta con rammarico il candidato sindaco del centro-destra. “Scegliere di non approvare l’ordine del giorno proposto dall’opposizione per motivi di opportunità politica fu un azione, peraltro ripetuta con continuità e scientificità imbarazzanti durante tutto il corso della legislatura, simbolo di quella chiusura pregiudiziale contro la quale vogliamo proporre il nostro modello di concertazione e di ascolto”.
Perché quando le parole e le proposte sono le stesse non può diventare un elemento discriminante da chi provengano, specie se nascono da un’urgenza morale.
E di tutto ciò che era emerso dal documento – concentrare l’attenzione sul tema della sicurezza nei percorsi scuola-lavoro rivolti ai giovani, dialogare con le imprese ed altro ancora – che cosa è stato realizzato? Se si teneva alla questione sicurezza sul lavoro tanto da proporre un documento alternativo, quali passi concreti sono stati compiuti? La domanda sembra non avere risposta.”

























































