Semplificare l’attuale normativa dei voucher significa non solo facilitare le assunzioni a carico delle imprese, ma anche incentivare l’instaurarsi di rapporti di lavoro ancora più trasparenti, tali da garantire quell’integrazione del reddito ricercata da giovani studenti, pensionati, disoccupati, cassaintegrati, ossia da quella manodopera stagionale che nel Ravennate e in tutta la Romagna è indispensabile per completare le operazioni di raccolta frutta e della vendemmia.
Una priorità, quella della semplificazione dell’attuale normativa sui voucher, che Coldiretti ha portato sul tavolo di lavoro convocato dal premier Giuseppe Conte sottolineando “la necessità di assicurare al settore uno strumento che alleggerisca la burocrazia a carico dell’impresa, sia agile e flessibile, rispondendo soprattutto ad un criterio di tempestiva e disponibilità all’impiego”. “Uno strumento ancora più trasparente, anche se – sottolinea Coldiretti Ravenna – in campagna non si sono mai verificati gli abusi di altri settori, anche perché i beneficiari possono essere soltanto giovani e pensionati che non siano stati operai agricoli l’anno precedente”. Meno del 2% del totale dei voucher, infatti, è stato in passato impiegato in agricoltura dove sono nati e rappresentano un valido contributo all’emersione del lavoro sommerso.
“E’ fondamentale poi – commenta il Presidente Coldiretti Ravenna Nicola Dalmonte – ridurre i costi per le imprese per colmare il divario con il resto della UE attraverso il taglio del cuneo fiscale. Abbassando il costo del lavoro, infatti, si potrebbe destinare il risparmio ottenuto ai lavoratori che avrebbero così più risorse da spendere per i consumi innescando un moltiplicatore di ricchezza utile alla ripresa. Inoltre verrebbe recuperato quello svantaggio competitivo con Francia e Spagna dove il costo del lavoro è più basso e la burocrazia più snella rispetto all’Italia”.
Con una vera semplificazione burocratica e riducendo i costi per imprese e lavoratori si potrebbe così valorizzare ancora di più un settore come quello agroalimentare italiano che vale 205 miliardi, pari al 12% del Pil e rappresenta il vero simbolo del Made in Italy con 41,8 miliardi di euro di esportazioni.

Tra le altre proposte presentate da Coldiretti al Premier Conte, l’attivazione di una reale semplificazione burocratica del lavoro anche per il cosiddetto ‘istituto dello scambio di manodopera e servizi fra piccoli imprenditori agricoli’ che rappresenta un vero e proprio sistema di sussidiarietà interna fra le aziende, nonché la necessità di eliminare ogni dubbio legislativo sul sistema del “Pick your own”, una tipologia di vendita dei prodotti agricoli con la possibilità offerta ai consumatori di scegliere e raccogliere direttamente da soli frutta e verdura. Una modalità non sempre riconosciuta o correttamente interpretata dagli organismi di vigilanza in Italia, per questo è importante che venga inserita ufficialmente e codificata fra le opzioni di vendita del prodotto dall’impresa agricola al consumatore.