L’Italia “è un Paese a scenario 3 (con Rt sopra 1,5, ndr)”. Lo ha detto il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, nella conferenza stampa odierna sull’andamento epidemiologico da Covid-19. “Siamo a un Rt di 1.7, con un intervallo di confidenza di 1.5”. Un Rt che “ha mostrato un rallentamento nella sua crescita ma per ridurre i casi dobbiamo portare l’Rt sotto 1”. Tutte le regioni sono sopra Rt 1, in alcuni casi a 2, ha detto Brusaferro.

Le 4 Regioni a rischio

“Sulla base dell’ultimo monitoraggio ci sono quattro regioni che vanno verso rischio alto e nelle quali è opportuno anticipare le misure più restrittive”. In precedenza era stato sottolineato che due regioni hanno una occupazione dei posti letto sopra il 30%, due al 29%. Quanto alla Campania: “Riteniamo validi i dati della Campania, ma approfondimenti sono in atto per cogliere aspetti che potrebbero completare una analisi che è in corso”. I dati mostrano quindi che ci sono differenze importanti fra le regioni ma tutto il nostro Paese “supera la soglia di rischio”. Il presidente dell’Istituto fa riferimento sempre alla Campania ma anche al Friuli, all’Emilia-Romagna e al Veneto, cioè a Regioni che hanno un Rt alto, superiore a 1,5, che le posiziona nello scenario più preoccupante, il numero 4. A mantenerle ancora gialle è però l’altro fattore che viene analizzato, cioè il rischio, che adesso è moderato. Per tutte però sta crescendo e questo preoccupa la Cabina di regia.

L’incidenza

“L’incidenza è alta: 524 casi per 100mila abitanti nel periodo di sorveglianza che raccoglie dati di qualche giorno fa. Ci sono differenze tra regioni ma il nostro paese eccede largamente la soglia fissata a livello Ue”.

L’età dei contagi

“L’età mediana purtroppo è in leggera crescita, lentamente si avvicina verso i 50 anni. E parallelamente l’età over 70 comincia ad avere un numero crescente di casi”. Il 50-60% dei positivi sono asintomatici.

Le terapie intensive

“In alcune regioni si è superata la soglia critica per l’occupazione degli ospedali e c’è probabilità alta in tutta Italia di saturazione entro un mese per le terapie intensive. Quindi c’è l’allerta e non possiamo permetterci di prendere sotto gamba la situazione”.

fonte “La Repubblica”