L’edicola tornerà operativa nell’ospedale di Ravenna a due anni dalla chiusura. L’Azienda Sanitaria della Romagna risponde ad Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna e candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative. Ancisi, il 30 gennaio scorso, era tornato sul tema dell’edicola e del negozio di parrucchiera chiusi all’interno del policlinico dopo tanti anni di attività.
Questa la lettera inviata ad Ancisi dalla direzione sanitaria:
EDICOLA TORNA DENTRO AL BAR DAL 2026
“ […] L’avvio a partire dal 2020 del corso di laurea a ciclo unico di Medicina e Chirurgia, e che da solo accoglie più di 500 studenti ad oggi”, ha reso necessario, presso l’Ospedale di Ravenna, “prevedere uno spazio dedicato a bar e ristorazione molto più ampio del precedente […]. Nelle more dello svolgimento delle procedure di aggiudicazione del bando, che si sono prorogate oltre quanto fosse stato previsto, si è scelto di non intervenire strutturalmente prima che fosse noto l’aggiudicatario al fine di garantire la continuità del servizio. Questo spiega perché all’esercizio del diritto di proprietà dell’Ausl a partire dal 1 gennaio 2024, non è corrisposto un immediato intervento sui medesimi locali. Il giorno 10 gennaio 2025 è stata formalizzata l’aggiudicazione della gara che vede come vincitrice Serenissima S.p.A. (di Vicenza, nda), già responsabile della gestione di punti di ristoro e bar in altri Ospedali. La ristrutturazione verrà avviata nel mese di aprile, al termine della proroga concessa all’attuale gestore. […] Il nuovo bar dell’Ospedale avrà una superficie dedicata all’accoglienza di oltre 150 m2, sarà prevista la rivendita di riviste e giornali e altri beni di conforto.
PARRUCCHIERA SOLO PER PAZIENTI GRAVI (servizio gratuito)
“La decisione di non aver dato seguito ad una gara pubblica per l’individuazione del contraente per l’esercizio dell’attività di parrucchiere è da rinvenirsi proprio nella necessità di aumentare gli spazi necessari dedicati al bar ed alla piccola ristorazione. Va segnalato infine che l’Azienda USL, per le necessità dei pazienti ricoverati, ha da anni una convenzione in essere che garantisce ad opera di organizzazioni di volontario, dunque a titolo completamente gratuito, in particolare per i reparti di Oncologia, Senologia e Hospice, questo tipo di servizio. […] Ogni volta che la persona assistita abbia necessità di lavare i capelli e non può realizzare la procedura in autonomia, come nel caso del paziente allettato o non autosufficiente, il lavaggio e la cura dei capelli sono eseguiti dal Personale d’assistenza di base a garanzia del comfort”.
Replica Ancisi: “L’edicola ritroverà spazio nell’ospedale, ma con almeno due anni di interruzione da quando ne è stata imposta la chiusura, a questo punto arbitraria. Bisognerà infatti attendere la fine dei lavori di ampliamento del bar, prevedibilmente non prima del 2026. L’apprezzata titolare della storica concessione, a cui è stata negata ogni proroga, avrebbe potuto mantenere altrettanto a lungo il servizio nella stessa posizione occupata, arrivando così alla pensione senza gli assillanti disagi subiti dall’essere stata cacciata sui due piedi.
Altrettanto la parrucchiera, che avrebbe cercato un nuova soluzione con serenità, senza un gravoso assillo economico-finanziario, anche se superato felicemente, dopo sei mesi, subentrando nella gestione dell’esercizio presente a Madonna dell’Albero. È comunque venuto meno nell’ospedale, e non viene sostituito, un servizio di primo conforto molto gradito a chi è ricoverato in ospedale e ai propri assistenti, a prescindere dalle preziose prestazioni fornite dalle organizzazioni di volontariato a chi non è in grado di provvedervi in proprio. Né si dica che è impossibile trovare nell’Ospedale, notevolmente ampliato, uno spazio in cui collocare un negozio di parrucchiera di 22 metri quadrati, quanti ne erano sufficienti prima.
È grave inoltre che l’AUSL si sia così privata, per entrambi i servizi, dei canoni di concessione, provocando un danno rilevante alle proprie casse, di cui pur lamenta l’insufficienza. Infine, cambiando le carte in tavola rispetto agli impegni assunti con le persone concessionarie dei due servizi, l’azienda è venuta meno alla sua parola, che non è un buon comportamento”.


























































