“Il 27 novembre rappresenta un altro giorno di lotta per i cittadini ancora oppressi dalle conseguenze dell’alluvione di quasi sette mesi fa. Mentre i comitati riuniti si sono incontrati per la terza volta con i rappresentanti della Regione, tra cui il presidente Bonaccini e la vice presidente Priolo, la richiesta di un approccio unificato e responsabile diventa sempre più pressante.
I Riuniti hanno formulato richieste di chiarimento sulle ordinanze del Commissario, e sul complicato e farraginoso sistema di verifica dei danni previsto dalle ordinanze medesime e faticosamente gestito dalla piattaforma SFINGE, che ha dimostrato da subito evidenti criticità;
hanno affrontato ancora una volta il concetto fondamentale della “messa in sicurezza” delle città, chiedendone una gestione rapida e partecipata sulla base di criteri semplici e inequivoci;
hanno richiesto la possibilità di ottenere la rifusione dei costi sostenuti per proteggere le abitazioni da altre possibili alluvioni, ottenendo tuttavia risposte interlocutorie.
La stessa presenza della Autorità di Bacino, più volte invocata in precedenti incontri, è servita a presentare progetti di medio e lungo termine e di previsione di massima, ma non interventi di prevenzione e di protezione immediati e/o a breve termine.

Dopo numerosi incontri e l’elaborazione di piani essenziali per la ricostruzione, il senso di frustrazione tra le vittime è palpabile.

Ad oggi un grande assente tra tutti questi incontri, il Commissario straordinario

Chiediamo che tutti gli attori coinvolti – Regione, Governo e il Commissario Straordinario – si presentino davanti a un tavolo unico per condividere le responsabilità morali e civili nei confronti dei cittadini colpiti.”

La mancanza di risposte concrete e il senso di essere rimpallati tra varie entità amministrative hanno esacerbato la situazione. “Non cerchiamo un colpevole; vogliamo che ogni parte coinvolta si assuma la propria parte di responsabilità e ci offra soluzioni reali,” sottolinea un portavoce del comitato.Se è vero che questo è il terzo disastro più grande del 2023 nel mondo, com’è possibile non fare squadra tra tutti e cercare una soluzione condivisa? Cosa deve succedere in questo paese affinché ciò avvenga?

Le vittime, che hanno mostrato una resilienza straordinaria, non sono più disposte ad accettare risposte evasive o tattiche dilatorie. Rappresentiamo 90.000 persone in un territorio devastato, esigiamo un incontro che includa tutti gli attori coinvolti, in cui nessuno possa eludere le proprie responsabilità o rimandare a risposte future.

“Non siamo qui per elemosinare, ma per rivendicare i diritti che uno stato civile e progredito deve garantire ai suoi cittadini,” sottolinea il portavoce. La richiesta è chiara: non cerchiamo un colpevole, ma la possibilità di tornare a una vita normale, al sicuro nelle proprie case.

La richiesta è chiara: un incontro concreto, con luogo, data e ora specificati, in cui Regione, Governo e Commissario Straordinario si confrontino direttamente con i cittadini e le loro necessità. È tempo di superare la politica partitica e le barriere burocratiche per concentrarsi sulle persone che hanno sofferto e continuano a soffrire a causa dell’alluvione.

I cittadini colpiti, stanchi ma determinati, non accetteranno più nulla di meno che un impegno concreto e collaborativo da parte di tutte le entità coinvolte. La loro richiesta è chiara: azioni concrete, immediate e una responsabilità condivisa per un futuro più sicuro e stabile.”

Enrico Piani
Coordinatore Comitati Riuniti Alluvionati e Franati dell’Emilia-Romagna
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