“È la prima volta che abbiamo un chiaro riscontro a quanto da anni stiamo dicendo in merito al porto. È buona cosa, che non deve finire qui.
Senza dubbio la crescente mobilitazione su più piani, partita da diverse organizzazioni e cittadini ha contribuito a dare questi frutti”.

La rete La via Maestra – Insieme per la pace commenta così la decisione di bloccare il carico di armi diretto ad Israele. Due container contenenti armi provenienti dalla repubblica Ceca e dirette ad Haifa sono stati bloccati al Porto di Ravenna.

“Tutto questo grazie alle segnalazioni di alcuni lavoratori, all’amministrazione comunale di Ravenna.
Apprezziamo che il Sindaco di Ravenna (con la presidente della Provincia e il Presidente della regione) abbia inviato una lettera ai vertici di Sapir, il principale operatore nel terminal del porto ravennate e società di cui sono azionisti Comune, Provincia e Regione, chiedendo di impedire il transito di armi destinate a Paesi in conflitto e di inserire nel codice etico della società un articolo sul rispetto dei diritti umani e della pace.
Allo stesso tempo non possiamo non denunciare il cinismo del governo, che abbozza vuote giustificazioni alla propria inattività contro il genocidio in corso in Palestina.
Continueremo a tenere alta l’attenzione su questo immenso disastro umano di cui non siamo stati né vogliamo essere complici e su ciò che le Istituzioni che ci rappresentano potrebbero fare per contrastarlo.
La nostra mobilitazione, attenta ed esigente, sarà continua e pubblica”.