L’Osservatorio regionale ha elaborato i dati relativi all’anno 2018 dedicati al numero di patenti, al numero di infrazioni e al numero di punti decurtati dalle patenti, fotografando la situazione relativa all’area di Ravenna. Una visione che permette di restituire il tasso di educazione stradale degli abitanti del territorio, il loro rispetto delle norme del codice della strada e della sicurezza e rappresenta una prima valida lettura dedicata alle cause che portano agli incidenti stradali. 

“I residenti, fascia di età over 14, al 31 dicembre 2018 erano 341.946 di cui 270.682 titolare di patenti attive (A, B, C, e D), pari al 79,16%, in crescita rispetto alla media regionale che è pari al 77,89%.

Nel 2017

  • i residenti fascia di età over 14 erano 345.772, nel 2018 sono calati dello 1,11%,
  • le patenti attive erano 270.414, nel 2018 sono cresciute dello 0,10%,
  • le infrazioni erano 25.007 e nel 2018 sono calate del 8,06%%,
    conseguentemente sono calati i punti decurtati, passati da 89.968 a 73.404 nel 2018

Le patenti più numerose sono quelle B che permettono di guidare:

    1. Motoveicoli quali tricicli e quadricicli;
    2. Motocicli fino a 125 cm³ e 11 Kw, solo in Italia;
    3. Autoveicoli abilitati al trasporto di persone e cose (compresi caravan e autocarri) con un massimo di 9 posti totali e con massa complessiva fino a 3,5 tonnellate e anche trainanti un rimorchio fino a 750 Kg;
    4. Macchine agricole e macchine agricole eccezionali;
    5. Macchine operatrici ad esclusione di quelle eccezionali;
    6. Mezzi adibiti a servizio di emergenza con massa complessiva a piano carico fino a 3,5 tonnellate

Analisi delle principali infrazioni:

  1. Superamento limiti di velocità (art. 142 CdS)

Un dato purtroppo significativo riguarda il superamento dei limiti di velocità, che si conferma l’infrazione principe.

Di seguito la specifica fra le varie patenti:

2018

n. infrazioni n. punti

11.751 35.711 patenti B

     735 2.244 patenti C

     304   925 patenti D

Tale infrazione è la concausa, assieme alla distrazione, dell’81% dell’incidentalità stradale (fonte Commissione parlamentare trasporti).

  1. Passaggio con semaforo rosso e violazione della segnaletica stradale, ad eccezione dei segnali di divieto di sosta e di fermata (art. 146 CdS)

E’ la seconda infrazione più frequente:

2018

n. infrazioni n. punti

2.125 10.496 patente B

   144     668 patente C    

     39     186 patente D

  1. Mancato allacciamento delle cinture del conducente e/o trasportato minorenne; o mancato uso dei seggiolini per bambini; o alterare il corretto uso delle cinture (art. 172 CdS)

Un dato sorprendente riguarda il mancato allacciamento delle delle cinture anteriori o posteriori o mancato uso dei sistemi di ritenuta dei bambini (seggiolini) che risulta la terza infrazione più sanzionata:

2018

n. infrazioni n. punti

1.236 6.360 patenti B

   134   670 patenti C

     45   225 patenti D

  1. Uso cuffie o apparecchi radiotelefoni durante la guida; o mancato utilizzo delle lenti se prescritte (art. 173 CdS)

Risulta la quarta infrazione. Tale infrazione prevede una sanzione, a nostro parere, troppo morbida, perché solamente in caso di recidiva, si procede alla sospensione della patente.

2018

infrazioni n. punti

980 4.965 patenti B

  74   375 patenti C    

  32   160 patenti D  

Da tempo abbiamo sollecitato una modifica al Codice della Strada affinchè il ritiro avvenga già alla prima contestazione da parte delle Forze dell’Ordine.

  1. Sosta nelle corsie riservate agli autobus; o sosta e fermata negli spazi riservati a veicoli per persone invalide o in corrispondenza di rampe, scivoli o corridoi di transito; sosta negli spazi riservati alla fermata degli autobus o dei taxi (art. 158 CdS)

Le infrazioni sono un numero limitato, ma è da considerare il numero limitato di area sosta riservata a persone invalide.

2018

n. infrazioni n. punti

826 1.666 patenti B

  35     72 patenti C

    9     18 patenti D    

Il dato è significativo di un comportamento irrispettoso e di mancanza di educazione civica verso coloro che sono i più deboli fra gli utenti della strada.

Da sottolineare che 129 sono state le infrazioni per chi ha circolato con tasso alcolemico superiore a quanto previsto dal CdS (art. 186): 120 per le patenti B, 7 per quelle C e 2 per le D, dimostrando che il fenomeno non è stata ancora debellato.

I dati sopra analizzati attestano che è il comportamento umano errato sulla strada la causa principale dell’incidentalità.

L’incidentalità, oltre l’80%, viene universalmente imputata alla distrazione, causa principale o concausa con l’eccesso di velocità.

Quando si parla di distrazione occorre ricomprendere tutte quelle  “dimenticanze” che contribuiscono a far diminuire l’educazione che dovrebbero avere tutti gli utenti della strada.

Tutte le sfaccettature della distrazione fanno aumentare le probabilità di essere oggetti o soggetti di incidentalità

Un esempio significativo è che a oltre trent’anni dalla approvazione della legge, ci dimentichiamo ancora di allacciare le cinture di sicurezza e cosa ancor più grave non tutti utilizzano il dispositivo di ritenuta per trasportare i bambini, il cosiddetto seggiolino.

Ci   dimentichiamo di rispettare i limiti di velocità, di rispettare il semaforo rosso, di rispettare il diritto di attraversamento dei pedoni sulle strisce pedonali.

E’ fondamentale, inoltre, sensibilizzare tutti gli utenti della strada, dal pedone al camionista, che occorre abbandonare atteggiamenti di bullismo stradale e di road-rage, rabbia e aggressività sulla strada.

Manca ancora la capacità individuale di interagire con gli altri su strada con rispetto reciproco.

La rabbia stradale sfocia in aperta aggressività, evidenziando che al cambio di tipologia di utente (da pedoni a ciclisti, ad automobilisti,.ecc..) permane in noi la ferma convinzione di essere al centro della strada e di avere sempre più ragione rispetto agli altri.

La strada è lo specchio del nostro agire nella società e quotidianamente ne siamo tutti attori e testimoni.

L’incidentalità non è una fatalità, ma una conseguenza dell’agire umano.

La “vision zero” dipende da ciascuno di noi, perché l’incidente non è quasi mai una fatalità, ma una conseguenza di un comportamento umano non corretto e non rispettoso delle norme del Codice della Strada”.