Raccolgo segnalazioni dotate di credito sul fatto che in talune strutture sanitarie e ricettive private, spesso convenzionate col servizio pubblico, il personale in servizio, contrariamente a quanto avviene generalmente in quelle pubbliche ad ogni effetto, non appare convenientemente formato in materia di prevenzione del contagio da coronavirus, né fornito adeguatamente dei dispositivi di protezione individuale (DPI). Lo scopo sotteso è di risparmiare sulle spese”. Duro attacco di Alvaro Ancisi nei confronti delle strutture private di assistenza, ma anche nei confronti delle istituzioni pubbliche chiamate a monitorare il lavoro delle strutture. Il consigliere comunale ha presentato un’interrogazione al sindaco “Si lamenta anche l’assenza di controlli, tanto meno di sanzioni per le inadempienze, viceversa da quanto avviene negli esercizi commerciali privati ad ogni effetto.

“Nello stato di seconda grave emergenza sanitaria dovuta proprio all’incontrollata diffusione dei contagi e dei ricoveri ospedalieri – anche in terapia intensiva – dei contagiati, si vorrebbe, nell’ovvia impossibilità di compiere controlli a tappeto, che su dette strutture venissero almeno instaurati meccanismi oggettivi e imparziali di verifica a campione, dei quali sia data pubblicità generica a fini informativi. Potrebbero esercitare pure una funzione dissuasiva da tali comportamenti, non escludendo peraltro che sussistano anche presunzioni di impunità”.

Il capogruppo di Lista per Ravenna in consiglio comunale Alvaro Ancisi propone dunque di attivare immediatamente un piano di vigilanza di tal genere, che coinvolga necessariamente le autorità sanitarie e di pubblica sicurezza attive localmente, per appurare che il personale inserito nelle strutture nell’attuale fase epidemica risponda ai requisiti di formazione richiesti e sia dotato dei dispositivi di sicurezza individuale prescritti.
“Pertanto, si interroga con urgenza il sindaco di Ravenna, nelle sue vesti di prima autorità locale nei casi di emergenza sanitaria o di igiene pubblica, nonché di presidente della Conferenza territoriale socio-sanitaria, organo di indirizzo politico-amministrativo dell’AUSL Romagna, per sapere se esista e quale un piano di questo genere o se, in caso negativo, intenda farsi carico delle iniziative e delle azioni utili a che sia introdotto tempestivamente”.