“Le Aree interne ed in particolare le aree ‘appenniniche”, come la Vallata del Lamone e l’Alto Mugello, soffrono il rischio di fenomeno dello spopolamento. L’alluvione di maggio ’23 ha acuito queste criticità. Per i nostri territori la Faentina, linea ferroviaria che dalla Toscana arriva in Romagna e viceversa, a più di un secolo dalla sua realizzazione, è una delle infrastrutture fondamentali per lo sviluppo e la tenuta sociale delle comunità attraversate trasportando ogni anno migliaia di studenti, lavoratori e turisti.

La ripartenza del 27 dicembre è stata sicuramente una bella notizia, poi però al primo giorno di pioggia, nemmeno troppo copiosa, molti studenti e pendolari sono rimasti a piedi. Non possiamo permettercelo.

A questo punto ci sono due questioni da risolvere: quella contingente dell’organizzazione dei bus sostitutivi in caso di interruzione della linea e quella strutturale della messa in sicurezza delle frane che insistono sulla linea ferroviaria.

Se la prima è di responsabilità di Trenitalia e ci auguriamo che, dopo il primo tragico giorno scolastico, ora abbia trovato una soluzione organizzativa, la questione della messa in sicurezza del territorio spetta alla struttura commissariale scelta dal Governo Meloni, così come sottolineato anche dai Sindaci.

Sono passati 8 mesi da quel fatidico 16 maggio e nulla è stato fatto sulle frane che insistono sulla tratta ferroviaria Faentina (senza dimenticare le criticità della SP302). Dopo le varie passerelle iniziali, nessuno del Governo si è più fatto vedere.

Ricordiamo che il viceministro alle infrastrutture e ai trasporti Galeazzo Bignami assieme alla Vicesindaca e Senatrice di Brisighella Marta Farolfi il 28 maggio scorso fecero selfie e foto durante la visita alle frazioni isolate di San Martino e San Cassiano arrivando proprio dalla ferrovia con l’ausilio del carro cantiere di RFI. Quello stesso giorno annunciarono che il Ministero delle Infrastrutture aveva stanziato in via prioritaria 400.000,00 euro per il ripristino in via d’urgenza di una frana e per il ripristino del Ponte di Ceparano nel Comune di Brisighella.

Bene. Allora perché nessun euro prioritario è stato stanziato per mettere in sicurezza la tratta ferroviaria Faentina? La Senatrice Farolfi, Vicesindaca del Comune di Brisighella, non è in grado di far mettere in priorità risorse per la messa in sicurezza delle frane, anche su area privata, che insistono sulla Faentina? Ci accontentiamo di 400.000 euro per il Ponte di Ceparano mentre tutti i ragazzi e i pendolari della vallata del Lamone sono in balia dell’incertezza della Faentina e dei minimi eventi meteorologici per sapere se e come andranno a scuola?

RFI ha dato anche un’opzione: ha dichiarato di essere disponibile per mettere a disposizione i loro professionisti o tecnici se qualcuno è disposto a siglare un accordo in proposito. Ma ha anche detto che al momento questa situazione non si è verificata. Perché?

Ora non vogliamo entrare nel merito del come Governo e struttura commissariale vogliano fare. Noi chiediamo al Governo di stanziare risorse prioritarie per le frane che insistono sulla tratta ferroviaria Faentina e che la struttura commissariale, una volta dotata di risorse, metta in priorità i lavori. A marzo devono assolutamente partire i cantieri. Non si può più attendere. A settembre, per la ripresa del prossimo anno scolastico, bisogna essere pronti per dare certezza alla Faentina e così a tutti i pendolari e a tutti gli studenti della vallata del Lamone.”
 

I Circoli del Partito Democratico di Brisighella, Faenza e Marradi