Il 10 febbraio, nell’aula magna dell’ITE Ginanni, alla presenza dell’architetto Mario Dugan, testimone di quegli anni, del Vice prefetto Arnaldo Agresta, di Monica Vodarich dell’Associazione Linea Rosa, in occasione del Giornod del Ricordo, si è raccontata la storia in modo diverso, con le parole di chi quella storia l’ha vissuta davvero.
Gli studenti hanno ascoltato la narrazione della storia dei profughi italiani, discriminati nella terra della ex- Jugoslavia, costretti a lasciare tutti i loro averi e a trasferirsi con le navi o con treni in terra italiana ed essere assegnati a campi profughi in Italia.
Migliaia di persone hanno ricostruito la loro vita fra mille stenti e difficoltà, accettando i lavori più umili, subendo discriminazioni in terra slava e anche talvolta in Italia.
“Il messaggio di Mario Dugan è stato molto significativo per i nostri studenti : non bisogna perdere mai la speranza, bisogna avere il rispetto per gli altri indipendentemente dalla loro provenienza geografica e soprattutto bisogna amare e rispettare i propri docenti e la scuola che, attraverso la cultura, formano le personalità e i cittadini del futuro.
Il viceprefetto Arnaldo Agresta ha ribadito l’importanza della memoria dei fatti storici perché è di monito alle giovani generazioni.
Monica Vodarich dell’associazione Linea Rosa ha ribadito come le donne in quel periodo siano state seviziate, torturate e gettate nelle foibe perché appartenenti alle fasce più deboli della popolazione”.

A seguito della proiezione di un filmato, c’è stato un ampio dibattito con gli studenti.
“Mario Dugan ha regalato alla scuola un saggio dal titolo ‘Lo sviluppo del bacino dell’alto adriatico dal 15000 a. c. a oggi’ che permette di comprendere le ragioni della barbarie che si sono succedute dal primo dopoguerra in poi nella Venezia Giulia e Dalmazia”

























































