Si susseguono in questi giorni le prese di posizione della politica e delle associazioni ambientaliste che hanno come tema specifico l’urbanizzazione dell’Orto della Ghilana e più in generale il futuro assetto del territorio.

“Sul primo tema credo sia necessario delimitare i contorni dell’intervento, parliamo non di un palazzo da 125 appartamenti  e 89 garage in cemento armato, ma di un’area di circa 0,7 ettari con una possibilità edificatoria di 6/8 villette sulla cui manifestazione di interesse si è già espresso – con parere favorevole e con un’ampia e trasversale maggioranza – lo scorso Consiglio Comunale” commenta il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Stefano Bertozzi.

“La discussione, ritengo alquanto ideologica, che sta muovendo in questi giorni mira a estremizzare le richieste compensative ai privati in nome di un bene superiore senza vere alternative”.

“Su di un intervento come quello descritto non si può pensare di caricare costi collaterali così elevati da renderlo insostenibile e non si può chiedere al privato di sostituirsi integralmente al pubblico per recuperare spazi” Bertozzi fa riferimento alla richiesta di opere di compensazione. Attualmente per l’urbanizzazione della Ghilana è prevista la realizzazione di un ponte ciclo-pedonale sul Lamone

“Chi dice no o chi dice è necessario compensare oltre quanto indicato nelle delibere deve rispondere ad una domanda: senza l’intervento del privato, il pubblico è in grado di rigenerare in autonomia? Se l’intervento Orto della Ghilana non verrà concluso, l’amministrazione realizzerà comunque il parco fluviale nell’ansa del fiume Lamone? Sarà in grado di sistemare entrambi gli argini del fiume? Realizzerà la passerella ciclo pedonale?” chiede provocatoriamente Bertozzi

“Questa mala-politica sta contrapponendo, in mala fede, lo sviluppo di nuove aree urbane alla mancata rigenerazione del patrimonio esistente, fingendo di non conoscere il mercato, fingendo di non capire che l’uno non esclude l’altro perché le utenze a cui si rivolgono sono diverse.

Bloccare lo sviluppo contribuirà a ridurre le risorse disponibili per l’ente, come si può chiedere ai privati di recuperare l’esistente quando il Comune per primo trascura in maniera plateale il proprio patrimonio di edilizia popolare? Si preoccupi la politica di trovare il denaro e le idee necessarie a fare la propria parte, avremo modo di vedere con l’approvazione del prossimo Bilancio di previsione quanto poco venga destinato al recupero del territorio e alle opere infrastrutturali a dispetto sia delle promesse elettorali che delle effettive necessità.

C’è bisogno di edilizia di elevato spessore, la lotizzazione della Ghilana deve essere agevolata, deve essere richiesta alta qualità questo sì e devono essere richieste opere compensative adeguate ma realizzabili e non economicamente insostenibili, nel rispetto di atti già approvati che hanno creato aspettative ed investimenti, oppure nel migliore dei casi sarà l’immobilismo, nel peggiore avremo progetti faraonici abortiti sul nascere con danni ambientali e sociali irrecuperabili se non a costi esorbitanti, con buona pace di salottisti e pseudorigeneratori che dovrebbero prima fare due passi in città (ed in periferia), per proporre soluzioni realizzabili ai tanti tavoli aperti. Stare fermi non rigenera”.