Nella commissione consiliare di giovedì, si è discusso della petizione che chiedeva l’invio dell’esercito a Ravenna per far fronte alle criticità in materia di ordine pubblico, attivando in città il progetto “Strade Sicure”. I firmatari chiedevano principalmente la presenza dei militari nella zona della stazione ferroviaria. La raccolta firme è stata promossa dalla lista civica La Pigna
Fratelli d’Italia, invece, si è dimostrata non favorevole al progetto: “L’impiego dell’esercito nelle città italiane avviene esclusivamente all’interno di specifiche operazioni nazionali, come “Strade Sicure”, e sempre sotto la direzione del Prefetto e del Questore. In tali contesti i militari svolgono compiti circoscritti: presidio di obiettivi sensibili, vigilanza di aree delimitate e attività di controllo in pattuglie miste.
Non possono svolgere indagini, non gestiscono autonomamente l’ordine pubblico, non redigono atti di polizia giudiziaria e non possono intervenire sulla microcriminalità diffusa che interessa i quartieri.
In caso di necessità possono fermare un soggetto colto in flagranza, ma devono immediatamente consegnarlo alle forze dell’ordine competenti.
Ecco perché, pur rispettando le preoccupazioni dei cittadini, riteniamo che l’esercito non possa sostituire il lavoro fondamentale di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Locale. Le soluzioni ai problemi di sicurezza urbana devono essere realistiche, applicabili e coerenti con il quadro normativo” spiega il consigliere comunale Falco Caponegro.
Fratelli d’Italia ha quindi inviato al prefetto una serie di proposte alternative per la sicurezza della città: “Proposte reali, non slogan; strumenti praticabili, non fantasiosi costrutti destinati a solleticare la pancia dei cittadini senza ricadute efficaci.
Fratelli d’Italia conferma così la propria linea: concretezza nelle soluzioni, serietà nelle analisi e responsabilità nel proporre interventi utili alla città. Una posizione che ci distingue tanto dalla maggioranza, con cui non esiste alcuna forma di allineamento, quanto da proposte suggestive ma prive di reale applicabilità”.
Per la sua posizione contraria alla proposta originale, il partito “meloniano” ravennate è stato criticato da altre forze di opposizione: “Nel dibattito pubblico è stato insinuato che la nostra posizione, differente da quella di altri gruppi di opposizione, possa rappresentare una forma di avvicinamento al PD o alla maggioranza. Respingiamo nettamente questa interpretazione: avere opinioni diverse da un’altra forza di minoranza non significa in alcun modo schierarsi con chi governa, ma semplicemente proporre soluzioni più serie, concrete e utili alla città. Simili illazioni, rilanciate con toni volutamente polemici, sembrano più orientate a raccattare facili consensi che a contribuire davvero al bene dei cittadini.
Sono uscite che rispondono più alla necessità di difendere il proprio posticino in consiglio, che in alcuni casi pare diventare l’unica vera priorità, che a costruire un confronto serio e costruttivo.
Da parte nostra, invece, rimane la disponibilità a collaborare con tutte le forze di opposizione che intendano lavorare con responsabilità, rispetto e spirito istituzionale, mettendo al centro la città e non la propaganda personale”.























































