Per l’ennesima volta CGIL, CISL e UIL e alcuni dei loro delegati in maggioranza, firmano la cassintegrazione in deroga togliendo in questo modo il reddito alle lavoratrici e ai lavoratori.
A noi della FLMUniti Cub non risulta che ci sia stata nessuna crisi in quanto certi che le linee di produzione sono andate a ritmo normale, l’unico problema è che vanno sotto organico di personale.
Infatti per ogni linea e ogni turno, ci sono sempre stati 7 operatori e 1 capoturno, mentre da sei mesi a questa parte gli operatori sono 5 e 1 capoturno, questo è perché all’interno dello stabilimento Marcegaglia si tiene molto alla sicurezza dei lavoratori, se qualcuno dei 5 operatori si ammala viene sostituito dal lavoratore che è di riposo oppure si alternano facendoli entrare nella loro postazione 4 ore prima mentre a casa rimangono i lavoratori in cassintegrazione. Vogliamo parlare delle qualifiche di avanzamento?
Quante ne daranno e a chi le daranno? Per meritocrazia oppure per altro? ne hanno discusso il 2 ottobre per chi ne avrà diritto o meno… tutto ciò dopo due anni mentre nel contratto di secondo livello, già in essere dal 2011 si specifica che bisogna discuterne 2 volte all’anno. Per quanto riguarda le cooperative e ditte in appalto che in pratica sostituiscono i lavoratori diretti Marcegaglia in cassintegrazione, anche loro svolgono 15 ore di lavoro visto la mole di lavoro durante la crisi all’interno dello stabilimento, vogliamo parlare delle fermate obbligatorie per manutenzione straordinaria?
Durate in alcune linee di produzione appena ¾ giorni mentre in tante altre non si sono nemmeno fermati nemmeno il giorno di Ferragosto mentre era stato comunicato che la settimana di Ferragosto lo stabilimento sarebbe rimasto chiuso e all’ultimo momento è rimasto tutto aperto e si continuava a produrre e a spedire via mezzi diversi (marittimi, ferroviari) mentre i lavoratori che pensavano di riposarsi, sono stati richiamati a lavorare. Quindi vogliamo chiedere alla direzione Marcegaglia e ai sindacati confederali compreso i loro delegati e rappresentanti della sicurezza dei lavoratori di spiegarci a che gioco stanno giocando sulla pelle delle lavoratrici e lavoratori.
Ad esempio, perché colpire sulla mancata retribuzione a causa della cassintegrazione voluta dall’azienda e appoggiata dai sindacati, perché complicare la vita delle lavoratrici e lavoratori anziché semplificargliela.
Infine, abbiamo saputo anche che a breve si discuterà per le nuove elezioni di RSU ed RLS che normalmente la scadenza delle attuali sarebbe ad ottobre, con quale faccia i sindacati confederali avranno il coraggio di presentarsi davanti ai lavoratori per chiedere di essere eletti dopo che in questi tre anni la loro rappresentanza è stata inesistente visto il contratto di secondo livello firmato dopo che era scaduto da un anno senza nessun miglioramento a livello retributivo, le qualifiche di avanzamento che da due anni non vengono riconosciute, la perdita della retribuzione a causa della cassintegrazione voluta dall’azienda e appoggiata dai sindacati.
Le ritorsioni nei confronti dei lavoratori e lavoratrici, con provvedimenti disciplinari e richiami continui per futili motivi. Vogliamo parlare delle ditte in appalto che siamo venuti a sapere che vengono contati i minuti pure quando vanno in bagno? E che a sua volta subappaltano i lavori a cooperative e altre ditte di minore capacità, sfruttando i lavoratori e facendoli lavorare fino a 250 ore al mese e poi parliamo di sicurezza dei lavoratori?… che appena fanno un minino errore vengono sospesi dallo stabilimento per settimane senza nessuna retribuzione ma tutto ciò i sindacati all’interno dello stabilimento non vedono e non sentono, la Federazione lavoratori metalmeccanici CUB vede e sente e sta dalla parte dei loro colleghi lavoratrici e lavoratori sia Marcegaglia che dipendenti di ditte in appalto e cooperative.
La federazione lavoratori metalmeccanici uniti Cub in concomitanza dello sciopero generale del 23/10 con manifestazioni a Milano, Torino, Firenze, Roma e Palermo, la segreteria provinciale FlmUniti Cub Romagna programma uno sciopero di 8 ore per ogni turno e giornalieri per tutta la Romagna. Non si vive di sole briciole, il continuo richiamo dell’emergenza ha finora limitato la mobilità delle lavoratrici e lavoratori, hanno visto peggiorare le condizioni lavorative e salariari senza neppure migliorare con i rinnovi contrattuali. Uscire dalla crisi si può!
Con un nuovo modello di sviluppo, lavoro stabile, maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro, garanzia di salario e di redditi e diritti, welfare, riduzione delle ore lavorative da 8 a 6 ore in modo che venga data la possibilità di lavorare tutti, più investimenti nell’industria per la conversione equosolidale, meno produzione CO2 dove l’industria ne produce a quantità elevate!