“Ennesimo rinvio per il completamento delle casse di espansione del Senio, lo rende noto Legambiente commentando le parole dell’Assessore regionale Irene Priolo in risposta ad un’interrogazione di Europa Verde. Dopo 30 anni di attesa e di promesse non c’è nemmeno ancora un progetto esecutivo” afferma Legambiente.

“Già negli scorsi anni la regione Emilia-Romagna aveva annunciato come fossero pronti a partire oltre 700 cantieri per la sicurezza del territorio, tra cui la realizzazione delle casse di di espansione del Senio, mentre nel 2019, in occasione del 70° anniversario dell’alluvione di Fusignano l’ing. Miccoli, responsabile del servizio Area Reno e Po di Volano, annunciò come imminente il bando per i lavori, salvo poi, giusto un anno fa, spiegare che “era in corso di realizzazione il nuovo progetto esecutivo dell’opera”, in quanto sulla base della nuova relazioni idrologica realizzata da Arpae quello esistente non era più adeguato. Stando alle parole di Miccoli era previsto l’appalto entro la fine del 2021, per poi vedere la fine dei lavori entro il 2023″ spiega Legambiente.

“A quasi un anno di distanza dalle ultime rassicurazioni, ci saremmo aspettati che almeno il progetto fosse stato ultimato e si fosse pronti con l’aggiudicazione dei lavori- ha dichiarato Yuri Rambelli, presidente del circolo Legambiente“A. Cederna”– e invece nei giorni scorsi l’assessore Priolo rispondendo ad un’interrogazione ha sostanzialmente spiegato che nell’ultimo anno poco o nulla è stato fatto e che saranno necessari ancora 15 mesi per poter arrivare alla gara e altri 6 per l’aggiudicazione dell’opera”.

“In altre parole, prima di due anni sarà difficile che possano riprendere i lavori, poi ne saranno necessari almeno altri 2 per l’ultimazione dell’opera. Il tutto mentre le notizie di cronaca ci parlano sempre più spesso di eventi atmosferici intensi che causano danni a cose e persone, come recentemente successo in Sicilia” prosegue Legambiente.

“È dai primi anni ’90 che la Regione Emilia-Romagna indica le casse di espansione come un’opera fondamentale per mettere in sicurezza i territori che sorgono lungo il corso del Senio, in particolare i centri abitati di Cotignola, Lugo, Bagnacavallo, Fusignano e Alfonsine, tutti classificati come a rischio alluvione elevato o molto elevato. La realizzazione di questi bacini dovrebbe servire ad attenuare le ondate di piena in occasione di eventi meteorologici intensi, mettendo in sostanziale sicurezza tutta l’asta del fiume da Cotignola al Reno” dichiara Legambiente.

“Negli ultimi anni però è stato fatto ben poco per giungere al completamento di quest’opera- ha concluso Rambelli – e tutte le rassicurazioni sull’imminente ripresa dei lavori si sono alla fine rivelate infondate, o come direbbe Greta Thunberg, 30 anni di bla bla bla. Ci chiediamo se i vari enti coinvolti si rendano conto della responsabilità che si assumono di fonte ai cittadini nel caso in cui per colpa di questi ritardi si dovessero verificare eventi come quelli vissuti recentemente in varie parti d’Italia, l’ultimo in ordine di tempo a Catania”.