Legambiente chiede quali siano stati gli effetti reali del precedente patto dei sindaci e dei Piani Energetici dell’Unione augurandosi che si faccia qualcosa di concreto, oltre agli annunci

Legambiente interviene sull’annuncio che i Sindaci della Bassa Romagna hanno firmato nei giorni scorsi a Bruxelles il nuovo “Patto dei Sindaci” per il clima e l’energia, tornando a chiedere quali siano i risultati reali degli accordi firmati finora, a partire dal precedente patto dei sindaci del 2011 e dei piani energetici del 2014. Già nei mesi scorsi l’associazione aveva infatti contestato i toni entusiastici con cui l’Unione aveva annunciato come i risultati dei piani energetici per il 2020 fossero stati praticamente raggiunti nel 2015.

“Considerando che i piani erano stati definitivamente approvati nella primavera del 2014, avevamo chiesto come fosse possibile che in un solo anno e mezzo fossero stati raggiunti i risultati per il 2020 – ha spiegato Yuri Rambelli, presidente del circolo Legambiente A. Cedernanotando come in realtà gran parte di quei risultati fosse probabilmente attribuibile al periodo precedente al piano. Avremmo consultato con interesse dati più aggiornati per capire i reali effetti delle misure messe in pratica dall’Unione, ma non ne abbiamo trovato. Lo stesso sito ‘Futuro Green’ sembra presentare informazioni piuttosto vecchie e non dà alcun dato sui monitoraggi”.

Dalle notizie e dagli annunci degli eventi in programma, il sito sembra sostanzialmente fermo da almeno un paio di anni, ma consultando i documenti del piano energetico è possibile scoprire come il monitoraggio al 2015 sia stato effettuato prendendo come anno di riferimento il 2008 (cioè 6 anni prima della sua approvazione) e quindi nel periodo 2008-2012 le emissioni di CO2 fossero giù diminuite del 18,8% (per poi passare a -28,2% nel 2015), mentre la quota di energia rinnovabile si fosse attestata sul 14,6% (16,3% nel 2015) grazie soprattutto alla presenza di grandi impianti fotovoltaici a terra realizzati negli anni precedenti. Il fotovoltaico infatti ha vissuto un vero e proprio “boom” tra il 2010 e il 2011, in ragione dei forti incentivi, poi a partire dal 2012 l’installazione di nuovi impianti si è praticamente fermata.

Non sembra essere andata meglio con le ristrutturazioni edilizie. L’Unione aveva previsto campagne di sensibilizzazione e l’assegnazione delle targhe “green” a tutti coloro che avessero effettuato interventi di riqualificazione energetica sul proprio edificio o nuove costruzioni nel rispetto di alcuni principi etici e culturali e delle buone prassi. Il piano energetico prevedeva la riqualificazione del 5% del parco edilizio residenziale e industriale per un totale di circa 2500 interventi, ma a tutt’oggi secondo il sito dell’Unione, sono state consegnate appena 53 targhe green.

“Cogliamo l’occasione – ha commentato Rambelli – per chiedere quali saranno le azioni concrete che i sindaci firmatari intendono inserire nei futuri piani d’azione per l’energia sostenibile e il clima e soprattutto per tornare a chiedere quali siano stati i reali effetti dei piani energetici approvati ormai 5 anni fa”.