I sindacati chiedono a Enel di tornare a investire, se vuole portare a termine gli impegni presi per la realizzazione di progetti legati al Pnrr e per garantire un buon funzionamento della rete.

Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil parlano di situazione molto critica anche a livello locale con il nuovo modello organizzativo, portato avanti unilateralmente dall’azienda, che non sta portando i frutti sperati. Anzi i lavoratori e le lavoratrici sono in grandissima difficoltà. Nel Ravennate sono operativi 70 dipendenti ma le scelte organizzative hanno di fatto dimezzato gli effettivi per ogni turno, creando un boom di trasferte, ordini di servizio e task force per potere gestire gli innumerevoli blackout e le emergenze sulla rete di distribuzione elettrica.

Filctem, Flaei e Uiltec, da mesi, hanno aperto una durissima vertenza, per ottenere non solo qualità e dignità del lavoro e dei lavoratori, ma anche per garantire un servizio efficiente ogni volta che nelle abitazioni viene a mancare l’energia elettrica. “Chiediamo più assunzioni e un cambio del modello organizzativo” dicono i sindacati.

Lo spirito di sacrificio del personale di Enel – Distribuzione ha evitato per lunghi periodi di sopperire alla carenze organizzative aziendali. Il nostro territorio, negli ultimi anni, è stato un esempio, i lavoratori hanno gestito le emergenze climatiche, dai tornadi alle alluvioni, con grande professionalità e dando piena disponibilità.

Nelle ultime settimane abbiamo inviato una mail via Pec ai Prefetti di tutta Italia, compreso quello di Ravenna. Non abbiamo avuto alcuna risposta. Abbiamo coinvolto anche la politica in maniera trasversale scrivendo a tutti i capi gruppi di Camera e Senato per metterli al corrente della situazione oramai non più sostenibile.

A Ravenna, come nel resto d’Italia, si sono svolti negli ultimi mesi tre presidi accompagnati da altrettanti scioperi: “Il modello organizzativo di Enel è fallito – concludono i sindacati –. Enel ha stravolto l’organizzazione del lavoro, senza aprire ad un numero adeguato di assunzioni. Tutto questo sta portando al collasso l’operatività del servizio e sta mettendo a rischio l’incolumità delle persone costrette a sobbarcarsi turni estenuanti di lavoro, ben al di là di quanto fissato nel contratto”.