Il Documento Unico di Programmazione 2026-2028 del Comune di Ravenna presenta un piano degli investimenti ambizioso, ma caratterizzato da forti criticità sul fronte delle coperture finanziarie. È questa la posizione espressa da Filippo Donati, capogruppo della lista civica Viva Ravenna, in vista del dibattito consiliare sul DUP.

Secondo Donati, il nodo centrale non riguarda la struttura formale del documento, bensì la sua reale sostenibilità. “Dall’analisi delle coperture emerge un dato che non può essere ignorato – spiega –: quasi la metà dell’intero piano degli investimenti, il 47%, è concentrata sulla Missione 10, Trasporti e diritto alla mobilità. Una scelta strategica condivisibile, ma che nel 2026 risulta finanziata con risorse certe solo per il 53%”.

La parte restante delle risorse, sottolinea il consigliere, è legata all’assunzione di mutui e prestiti, strumenti che allo stato attuale non risultano ancora attivati. “Il DUP è contabilmente corretto – osserva Donati – ma politicamente fragile. Molte delle coperture previste sono eventuali e rinviate a decisioni future, senza che oggi vi siano atti concreti a supporto”.

Ulteriori perplessità riguardano il ricorso a bandi pubblici e fondi europei come fonte di finanziamento. “I tempi tecnici per la partecipazione ai bandi, uniti a quelli per l’affidamento e l’avvio dei lavori – afferma – rendono poco realistico pensare che questi interventi possano essere effettivamente realizzati già nel 2026, e difficilmente sostenibili anche nel resto del triennio”.

Donati evidenzia inoltre come, anche ipotizzando un risultato di amministrazione positivo nel rendiconto 2025, sarebbe necessario un avanzo di circa 49,7 milioni di euro, cifra che coincide con la voce relativa all’assunzione di mutui e prestiti. “Un importo di questa entità – conclude – appare oggi poco credibile se non supportato da elementi concreti”.

Da qui l’appello finale: “Il rischio è che il DUP diventi un elenco di promesse anziché uno strumento di programmazione efficace. Chiediamo più realismo, maggiore trasparenza e una definizione chiara delle priorità. Meglio pochi interventi certi e finanziati, che un piano ampio ma difficilmente realizzabile”.