Primi risultati dal pressing istituzionale di Coldiretti: “Ma servono anche misure più profonde e strutturali contro crisi del comparto e importazioni a rischio”
Non conosce soste il pressing avviato da Coldiretti a tutti i livelli, dalle istituzioni statali e regionali alle amministrazioni pubbliche locali, al fine di assicurare un futuro alla frutticoltura e quindi all’agricoltura della nostra provincia, martoriata come non mai da importazioni selvagge e sfasamenti climatici, ma soprattutto dal flagello cimice asiatica, l’ennesima criticità che si è abbattuta su di un settore costretto da troppi anni a convivere con una strutturale crisi dei prezzi alla produzione. Un primo ma importante e concreto passo avanti per aiutare le imprese agricole colpite dall’invasione della cimice asiatica è stato fatto proprio nelle ultime ore con l’annuncio da parte del Ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova dell’inserimento di 80 milioni di euro nella legge di bilancio in favore delle aziende danneggiate insieme alla possibilità di una moratoria sui mutui.
Bastano pochi numeri per comprendere perché il parassita giunto dall’Oriente stia mettendo in serio pericolo gli investimenti dei nostri imprenditori e quindi l’intera tenuta del comparto ortofrutticolo, colonna portante dell’agricoltura ravennate. In Emilia Romagna la produzione di pere, pesche, nettarine, ciliegie, kiwi, albicocche e piante da vivai ha subito perdite che in alcune aziende sono arrivate al 100%, con danni stimati in almeno 250 milioni di euro. Una situazione drammatica che Coldiretti ha affrontato a più riprese in un dialogo serrato con Regione Emilia-Romagna e Governo, a partire dal Premier Giuseppe Conte e dal ministro Bellanova, entrambi presenti sia al Villaggio Coldiretti di Bologna che al Forum internazionale di Cernobbio.
“Gli interventi per affrontare l’emergenza annunciati dal Ministro – afferma il Presidente di Coldiretti Ravenna Nicola Dalmonte – vanno ora accompagnati da misure strutturali per superare i ritardi burocratici nella lotta all’insetto killer. Dalla rapida introduzione della vespa samurai, il nemico naturale della cimice, al potenziamento della difesa fitosanitaria e della ricerca atta a trovare ogni possibile soluzione a contrasto della diffusione e della permanenza di questa calamità giunta dall’Oriente. Ma occorre anche – prosegue Dalmonte – individuare modalità di intervento automatico a livello comunitario di fronte al moltiplicarsi dell’arrivo di parassiti alieni favoriti dai cambiamenti climatici e dalla globalizzazione degli scambi. In questo contesto serve soprattutto un cambio di passo nelle misure di prevenzione a livello comunitario dove una politica europea eccessivamente permissiva consente troppo spesso l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i nostri prodotti nazionali quando vengono esportati”. In gioco c’è il futuro della nostra frutticoltura e dei tanti giovani che hanno investito e stanno tuttora investendo in agricoltura, è evidente dunque l’importanza che assumono, non solo in termini economici, ma anche occupazionali e quindi sociali, tutti questi interventi a difesa delle produzioni e del reddito.