Continua l’edizione straordinaria dell’Arena Borghesi in piazza della Molinella. L’edizione di questa estate, dedicata a Federico Fellini nel centenario della nascita, prevede per tutte le serate della rassegna, l’INGRESSO GRATUITO. Ad agosto inizio proiezioni alle 21:15

Questo fine settimana: Sabato 22 agosto Paisà di Roberto Rossellini. 126’ Italia 1946

In Sicilia, l’eroismo di un paisà denigrato dagli stessi beneficiari; la miseria di Napoli attraverso la figura di uno sciuscià che ruba le scarpe a un soldato di colore; a Roma, l’amore fra una prostituta e un soldato; a Firenze, scontri fra tedeschi e partigiani; la pace in contrasto con la guerra in un convento romagnolo; lotta partigiana sul Delta del Po.

Rossellini torna a dipingere dal basso, neorealisticamente (in totale indipendenza, improvvisando con mezzi di fortuna), gli anni della guerra seguendo, cronologicamente e geograficamente, l’avanzata degli Alleati dalla Sicilia verso il Nord, in sei episodi rappresentativi (in tutti i sensi), marginali rispetto alla Storia dei grandi eventi, maggiormente evocativi della “vita vera”, molto differenti l’uno dall’altro ma con, in comune, la crudeltà della belligeranza, la miseria del popolo, l’incontro fra universi opposti, gli amori soffocati, le bellissime location. Stilisticamente, gli episodi si ascrivono in due fasce: quella in cui si prediligono la poesia umanistica e il disegno delle figure attraverso piccoli apologhi tristi ed emblematici, restituendo la dura realtà impregnata di voglia di riscatto (vi appartengono i migliori capitoli); un’altra che tralascia il lirismo per la descrizione quasi documentaristica di stralci di vita e guerriglia (i capitoli ambientati a Roma, a Firenze e sul Po). Entrambe poggiano su di una magistrale capacità di restituire i personaggi, i momenti cruciali, le fasi storiche nel microcosmo. L’opera è più riuscita di Roma Città Aperta, in quanto meno “costruita”, più distaccata per favorire l’eloquio delle immagini e degli sguardi, e per restituire al futuro una visione più oggettiva, meno figlia della contingenza storica e dei suoi impeti passionali/melodrammatici.

Domenica 23 agosto Vogliamo i colonnelli di Mario Monicelli. 96’ Italia 1973

Un’inchiesta televisiva ricostruisce le fasi salienti di un golpe fascista avvenuto in Italia agli inizi degli anni Settanta. A capo di un gruppo di decrepiti nostalgici si erge il volgarissimo onorevole Tritoni, una bomba di primitivi istinti virili. La vicenda avrà esiti imprevedibili Nel 1973 l’Italia democratica è alle soglie del degrado morale, sociale e istituzionale. Monicelli e i collaudati Age&Scarpelli rispondono pan per focaccia, calibrando la grana sguaiata del registro comico alla materia narrata. Come accennavamo, il film ricostruisce un golpe mai avvenuto nel nostro paese, con chiari riferimenti però ai venti autoritari che soffiavano nell’Italia e nell’Europa di quegli anni. La macrostruttura narrativa è decisamente originale per il cinema nazionale del tempo: una finta inchiesta televisiva che riferisce le fasi salienti tramite le quali si è arrivati all’instaurazione di un secondo regime autoritario nella penisola. Dopo che un manipolo di decrepiti parlamentari ed extra-parlamentari di estrema destra, all’ordine del gagliardo onorevole Tritoni, ha visto fallire il suo piano scalcinato di presa del potere, le istituzioni democratiche ne approfittano soffiando sulla paura della gente. È la strategia della tensione, che prevede l’inasprimento del Potere a seguito di una generale inquietudine sociale costruita ad arte. Così, da qualsiasi parte si vada a cadere, il destino di questa tetra finta-Italia (?) è comunque nella dittatura.