Nella notte tra martedì 16 e mercoledì 17 maggio il comune di Casola Valsenio è cambiato per sempre.
Allo stato attuale si contano: 90 km di strada interrotte, 120 persone isolate, alcune di esse senza luce acqua o gas, oltre 230 segnalazioni di soccorso più di 50 voli di elicottero da parte dei vigili del fuoco e della Polizia per recuperare le persone isolate. Più di 200 persone sono state allontanate dalle loro case per motivi di sicurezza. Il 20% del territorio è ancora senza energia elettrica.
La frana più grande e problematica è quella che blocca la provinciale 306 all’altezza delle Case Bruciate, in direzione Palazzuolo sul Senio, poco prima della località Baffadi: qui è letteralmente caduta metà montagna sulla strada arrivando fino al fiume, finalmente nella giornata di mercoledì 23 maggio è stata concessa l’autorizzazione per liberare la frana e si è subito iniziato a scavare con mezzi pesanti. La strada provinciale SP70 che collega la valle del Senio alla valle del Santerno, è stata ripulita fino al passo del Corso, ma presenta forti criticità con tratti in cui è rimasta solo una corsia di marcia. La strada provinciale SP63, che collega la valle del Senio all’abitato di Zattaglia e alla valle del Lamone, è chiusa e interessata da frane fino al passo di Montalbano, mentre il tratto che prosegue in direzione Zattaglia è completamente distrutto e rimarrà inagibile per molto tempo. che collega Casola Valsenio a Riolo Terme è al momento aperta solo per i mezzi di soccorso, anche se per la sua riapertura dovremo aspettare poco tempo. La strada provinciale SP306 che collega Casola Valsenio a Riolo Terme è al momento aperta solo per i mezzi di soccorso, la provincia sta provvedendo per riaprire la circolazione anche ai mezzi civili e camion.
Oltre ai problemi della viabilità che saranno risolti nel minor tempo possibile, il dramma più grande è quello che investe tutti gli abitanti del territorio forense e degli allevatori, che hanno difficoltà a nutrire i loro animali. Il Comune si è attivato insieme alla prefettura di Ravenna per rifornire gli allevamenti di cibo grazie agli elicotteri dell’aeronautica militare e dei vigili del fuoco. A tutto questo si aggiungono centinaia di strade private che hanno subito danni e non sono più praticabili.
Le coltivazioni agricole sono in estrema difficoltà, dal momento che le condizioni delle strade e dei campi non permettono di potere effettuare le lavorazioni stagionali con il rischio concreto di compromettere i raccolti. La realtà castanicola del territorio ha subito un danno irreparabile. Interi castagneti cono scomparsi e crollati a valle.
Al momento a Casola sono stanziate: 12 unità della Protezione Civile del Veneto, 4 Unità del Comando Locale dei Vigili del Fuoco di Reggio Emilia, i Gruppi Operativi Speciali del movimento terra di Milano, Brescia e Sondrio, il Gruppo Speleo Alpinistica Fluviale di Modena e Ferrara, l’unità di Servizio di Topografia Applicata al Soccorso di Ferrara, Siena e Modena, il corpo di Logistica di Pavia e il Sistema Aeromobili a Pilotaggio Remoto di Belluno, Venezia e Verona che con i droni monitorano le varie strade e frane, un’unità per il Soccorso Alpino e, naturalmente, i Vigili del Fuoco Volontari di Casola Valsenio. Presente anche una squadra dei LAV (Lega Antivivisezione) che hanno aiutato svariati volontari ad allestire un vero e proprio canile per gli animali sfollati, e procurare loro cibo e cure necessarie, evitando di portarli in un canile lontano dai proprietari sfollati. Oltre a questi, impossibile non citare il forte volontariato, che l’Amministrazione ringrazia sinceramente per l’impegno profuso a tutti i livelli.
Nei giorni successivi alla catastrofe si è respirato un clima contrastante tra lo sbigottimento e l’entusiasmo del voler subito mettersi all’opera. A Casola Valsenio, è stata subito attivata la tensostruttura della Proloco per poter preparare colazioni, pranzo e cena alle persone sfollate dalle proprie case e ai volontari, chi non ha trovato ospitalità da amici o parenti è stato ospitato nella palestra. Tutto il piano inferiore delle ex scuole medie è stato adibito a deposito per la raccolta di cibo e beni di prima necessità destinati alle persone che si trovano ancora isolate. Fortunatamente non si contano né feriti né dispersi, ma non si potrà più tornare alla situazione precedente. Le strade crollate che collegano tante case non potranno più essere solo riparate ma ricostruite. La paura per il futuro è tanta, come affermato dal sindaco di Casola Valsenio Giorgio Sagrini “È un comune che già da diversi anni soffre un grave spopolamento, oltre all’emergenza idrogeologica, il rischio di un’emergenza socio-economica è dietro l’angolo”.
Il volontariato casolano comprende: Carri APS, Lega del suono buono, Misericordia, Proloco, cittadinanza attiva, Auser, Comitato gemellaggio, Artisti sopra la media.