Il 13 gennaio 2021 il sindaco di Ravenna Michele de Pascale annunciò in consiglio comunale la realizzazione di una “grande Casa della salute” nella zona del Candiano.
“Si pensava di farla rientrare in uno dei famigerati piani urbanistici attuativi (PUA) previsti a lato del canale” commenta Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna in consiglio comunale.
“La prima deliberazione formalizzata in proposito dall’amministrazione comunale, approvata dalla giunta de Pascale il 9 dicembre scorso all’insaputa del consiglio, ha chiarito invece, finalmente, sotto forma di un accordo tra AUSL Romagna e Comune di Ravenna, dove e come si farà la “Casa della Salute Città di Ravenna–Darsena”, così chiamata”.

Si farà esattamente sul lato sud della via Antica Milizia, nel quartiere dei Poggi, quasi di fronte alla Chiesa dei Santi Simone e Giuda. Il terreno vergine necessario, pari a 35 mila metri quadrati, perviene gratuitamente al Comune come parziale “compenso” per la nuova lottizzazione in atto – su una superficie complessiva di 212 mila di cui 61.000 edificabili – tra questa strada, via don Carlo Sala, lo scolo Lama e via Stradone (PUA Antica-Milizia sud/Parco Cesarea). L’AUSL ha la possibilità di accedere, tramite la Regione, ai canali di finanziamento disposti dal programma europeo “NEXT Generation EU”.”

Sia il progetto urbanistico-edilizio che quello tecnico sanitario sono da studiare e da mettere a punto secondo le indicazioni contenute nel PNRR, che perseguono in primo luogo una forte integrazione tra servizi sanitari, sociali e socio-sanitari.
“Prima conseguenza la collocazione in tale struttura dei servizi alla persona gestiti dal Comune di Ravenna nei centri di via Aquileia (Area Darsena) e di Lido Adriano e Marina di Ravenna (Area del Mare), con particolare riferimento ai servizi di sportello sociale e di accesso agli interventi socio-assistenziali e di sostegno alle persone fragili. L’accordo con l’AUSL impegna il Comune a mettere a disposizione irrevocabilmente entro febbraio l’area, di cui 20 mila metri quadrati non ancora acquisiti, e di reperire i fondi per eventuali oneri accessori esclusi dal finanziamento europeo” evidenzia Ancisi.

“Al momento, considerate le notevoli carenze della sanità ravennate messe a nudo dalla pandemia, ci si può solo augurare che questa iniziativa venga concepita e realizzata al meglio”.

Per questo motivo Ancisi avanza alcune raccomandazioni:

  1. “Non può ulteriormente essere escluso il confronto col consiglio comunale, e non perché dovranno pur seguire atti amministrativi di sua obbligatoria competenza, ma per la funzione di indirizzo che la  legge gli assegna nei confronti del sindaco e della giunta comunale, suoi organi esecutivi.
  2. Preoccupa non tanto la denominazione “Casa della Salute”, anziché “Casa di Comunità”, come dice il PNRR, ma la sua discendenza diretta, affermata nell’accordo tra AUSL Romagna e il Comune di Ravenna, dalle Case della Salute volute dalla Regione fin dal 2016. è stata infatti semifallimentare l’esperienza nelle poche finora realizzate nel nostro territorio, largamente deficitarie rispetto ai servizi che avrebbero dovuto offrire. Occorre dunque che stavolta i servizi e le attività indicati dal PNRR siano realizzati pienamente e con il dimensionamento e le qualità attesi.
  3. Ma questa sarà “Casa della Salute” non solo della Darsena, tanto meno di una sua parte di confine, ma della “Città di Ravenna”. E se è vero che l’Unione Europea la vuole “facilmente raggiungibile dalla popolazione di riferimento”, cioè del capoluogo e dei suoi lidi più prossimi, non può essere che il progetto di sottopasso ferroviario in via Destra Canale Molinetto isoli, impedendone l’accesso dalla via dei Poggi, l’intero quartiere entro cui sarà collocata. Lista per Ravenna ha sollevato con forza, a cominciare da una petizione firmata da quasi 1.100 cittadini, questo problema tra altri,  proponendone più di una soluzione. Passati già otto mesi, il Comune e le Ferrovie dello Stato ne devono ancora discutere. Ma il mettere mano al progetto senza alcuna remora non può più essere evitato, né deve essere rinviato”.