“Quale amministratore del Comune di Ravenna, in veste dunque di pubblico ufficiale, espongo a codesto Comando, integrato da miei approfondimenti cartacei, quanto riferito al mio ufficio, da persona profonda conoscitrice della materia e dei luoghi in oggetto.
Si tratta dei “Bacini di decantazione dell’ex zuccherificio di Mezzano”, Zona di Protezione Speciale (ZPS) della Rete Natura 2000, creata dall’Unione Europea per la protezione e la conservazione degli habitat e delle specie animali e vegetali. Collocata sul lato sud dell’omonima via, questa zona occupa 39 ettari del territorio comunale di Ravenna, di cui è gestore la Regione Emilia-Romagna. Alla fine degli anni ’90 – si legge sul sito internet “Parchi, foreste e Natura 2000” della Regione stessa – i bacini sono stati oggetto di interventi di bonifica ambientale che hanno comportato la rimozione di infrastrutture e macerie di diverso tipo, l’abbassamento degli argini perimetrali, la piantumazione di alberi e arbusti autoctoni sugli argini per creare ambienti idonei alla fauna selvatica. È stato anche realizzato un sistema di circolazione controllato delle acque, indispensabile per il loro mantenimento a regime trattandosi di bacini collegati solo parzialmente alla rete dei fossi di scolo. All’interno dei bacini, in rapida via di naturalizzazione, sono ora catalogati estesi canneti, specchi d’acqua e folte macchie di salici e sambuchi, con la presenza di almeno 277 specie floristiche e di numerose specie faunistiche, tra cui 18 uccelli di interesse comunitario.
Al riguardo, la persona citata mi ha riferito quanto segue, che ha verificato in proprio. Tutti gli specchi d’acqua sono disseccati, essendo venuto a mancare l’indispensabile rifornimento idrico assicurato da una pompa, inattiva da non si quando e perché, che attinge acqua dal fiume Lamone tramite un fosso collocato a breve distanza dalla Zona, sul lato est. Tutti i bacini versano in stato comatoso, privi dell’eccezionale vitalità offerta dalla preponderante fauna acquatica, letteralmente sparita, tra cui le sei specie di uccelli nidificanti di interesse comunitario più pregiate (Tarabusino, Cavaliere d’Italia, Martin pescatore, Averla piccola e, soprattutto, Sterna zampenere e Piovanello pancianera), limicoli, anatidi, anfibi, ecc. Le due altre ZPS della provincia di Ravenna, quelle di Conselice e Massalombarda, sono invece nei loro pieni rigoglio e vigore.
La gestione di questa ZPS, in cui si direbbe coinvolta dalla Regione la Provincia di Ravenna, è soggetta a “Misure Specifiche di Conservazione”, risalenti al 2018, le cui “Misure di indirizzo e direttive” affermano o dispongono all’art. 2, dedicato alla “Tutela delle risorse idriche”, che: “Il miglioramento della qualità dell’acqua e l’incremento della sua disponibilità in periodo estivo nei corsi d’acqua e nelle zone umide costituiscono obiettivi prioritari per la conservazione, in uno stato soddisfacente, di habitat e specie di interesse comunitario e significativi per il sito. L’Ente gestore del sito […] di concerto con Consorzio di Bonifica, Regione, AIPO, Servizio di bacino, Comune, Imprese agricole, Associazioni professionali, proprietari e gestori di zone umide, sottoscrive, entro tre anni dall’entrata in vigore delle presenti misure, protocolli di intesa per il miglioramento della qualità dell’acqua e l’incremento della sua disponibilità in periodo estivo nei corsi d’ acqua e nelle zone umide […]; l’art. 3, riguardante “Gestione e interventi su corpi idrici e loro pertinenze”, prescrive inoltre azioni di “verifica della funzionalità dei manufatti idraulici al fine di garantire un livello sufficiente delle acque, anche nel periodo estivo”.
Si potrebbe, mancando ogni altro elemento di conoscenza, dedurre dunque che quanto sopra sia stato clamorosamente trasgredito, nel qual caso si potrebbe ipotizzare una o più delle fattispecie punite dall’art. 452 bis del codice penale: compromissione o deterioramento “significativi e misurabili” dello stato preesistente “delle acque […]” o “di un ecosistema, della biodiversità […], della flora o della fauna”.
Chiedo pertanto che codesto spettabile Comando voglia verificare quali siano la realtà e l’andamento effettivi dei fatti segnalatimi di cui sopra, nel caso accertandone le cause e le responsabilità, ma soprattutto provvedendo affinché si provveda tempestivamente a ripristinare lo stato di salute e di vitalità dei bacini ex zuccherificio di Mezzano.”