“Mentre le popolazioni alluvionate non hanno visto l’azione dello Stato durante i terribili giorni dell’alluvione e non hanno ricevuto i risarcimenti promessi dal governo, mentre ancora alcune zone devono essere ancora messe in sicurezza dopo i danni, lo Stato si fa sentire con l’azione repressiva contro chi si era impegnato in prima persona negli aiuti”.
Lo Slai Cobas per il sindacato di classe di Ravenna esprime la propria solidarietà a Marta Collot e Gianfranco Santini di Potere al Popolo, raggiunti da un decreto penale di condanna, definito dai Cobas “provvedimento repressivo”, per avere dato vita, assieme ad alcuni volontari ad una manifestazione in piazza del Popolo, davanti la Prefettura di Ravenna.

“In quei giorni tutti abbiamo visto l’insufficiente impiego dei mezzi e del personale della Protezione civile così come l’assenza dell’Esercito perché impegnato in esercitazioni militari in Sardegna: è una verità sotto gli occhi di tutti.
Senza l’impegno dei volontari solidali non si sarebbe potuto fronteggiare gli effetti dell’alluvione. E questa è l’ennesima dimostrazione che senza l’autorganizzazione popolare dal basso non sarà possibile difendere né le popolazioni né i territori.
Quest’attacco repressivo è da inquadrare nel lascito mefitico della capa del governo Meloni con la passerella mediatica/propagandistica fatta in quei giorni e delle sue promesse non mantenute. Bisogna rispondere a quest’attacco repressivo. Dobbiamo tornare in piazza a rivendicare le giuste ragioni di chi ha manifestato in piazza a Ravenna a fine maggio ancora sporchi di fango e a pretendere i risarcimenti per la popolazione alluvionata” afferma lo Slai Cobas.

“Qualche giorno dopo la manifestazione a Ravenna c’è stata tutta la retorica delle manifestazioni del 2 giugno di uno Stato che destina soldi, armi e uomini per la guerra mentre peggiorano ogni giorno di più le condizioni dei lavoratori e delle popolazioni lasciati soli nei disastri ambientali mentre Sanità, Scuole, Trasporti vengono distrutte come fosse una guerra. E oggi lo Stato si fa sentire con la repressione contro chi era impegnato nei soccorsi.
Ma questa è una guerra di questo governo e dello Stato dei ricchi contro i lavoratori e le masse popolari a cui è necessario rispondere”.