“Solo chi è privo di memoria può abboccare alla “pelosa” dichiarazione del Sindaco di Ravenna che ieri, dopo che persino RAI Regione, tutt’altro che pungente nei confronti delle amministrazioni PD si è presentata al Pronto Soccorso di Ravenna a documentarne lo stato di paralisi in cui sta versando, ha sentito il bisogno di rilasciare” affermano in un comunicato congiunto Alberto Ancarani (Forza Italia), Nicola Pompignoli (Lega) e Samantha Tardi (Cambierà).

“In essa, dopo un doveroso – e condivisibile – ringraziamento al personale sanitario, ecco le scuse inevitabili per i disagi, veramente fortissimi, patiti dai ravennati e subito dopo una promessa di “rapide soluzioni”. Appare a questo punto necessario mettere qualche puntino sulle i. In primis, va detto che i disagi del pronto soccorso di questi giorni, al momento dovuti alla crisi covid, sono in realtà il risultato di anni di sottovalutazioni del problema “Pronto Soccorso” durante le precedenti direzioni aziendali, di cui il PD e il Sindaco De Pascale portano la piena responsabilità e che l’opposizione ha da sempre denunciato” continuano Ancarani, Pompignoli e Tardi.

“Non si può per esempio tacere come la dirigente storica del Pronto Soccorso, sotto la cui gestione i disagi erano già noti, venne nuovamente e quasi “occultamente” coinvolta dopo il suo pensionamento addirittura presso lo stesso reparto, come una specie di dirigente “ombra” profumatamente pagata nonostante non avesse brillato per meriti…Sotto quella dirigenza i codici bianchi intasavano un pronto soccorso già all’epoca in pesante deficit di organico non tanto per la annosa, e tuttora grave difficoltà di far assorbire i casi meno gravi dalla medicina territoriale, ma piuttosto per un’errata modalità di gestire il triage” affermano Ancarani, Pompignoli e Tardi.

“Si aggiunga che le inefficienze di altri reparti, che oggi vengono sommate all’assenza di spazi sufficienti nel Pronto Soccorso, sono state tollerate senza fare un plissè, nonostante ogni anno i consiglieri di opposizione in un puntuale consiglio comunale tematico sul tema, rappresentassero dettagliatamente quali fossero le criticità più evidenti, anche a livello di direttori di struttura complessa, nel nosocomio ravennate.

I fatti di oggi sono purtroppo l’ennesimo esempio di azioni non poste in essere quando era necessario essere incisivi e di scarso peso politico esercitato da Ravenna nell’azienda sanitaria unica, il cui precedente direttore, in particolare, non aveva alcun interesse a toglierla dal ruolo di Cenerentola per ragioni di equilibri politici, subìti, ma non per questo tollerabili, anche dallo stesso Sindaco.
I risultati odierni altro non sono dunque che l’esempio più plastico di un sistema di potere interprovinciale che mostra oggi tutti i difetti che per lungo tempo sono stati cacciati come la polvere sotto il tappeto per giustificare la creazione di un’AUSL unica che tuttora dopo anni non è ancora pienamente omogena.
Ma non è tutto. Troppo lenti e poco incisivi i passi per rendere più efficiente la medicina territoriale che è stata lasciata dapprima eccessivamente autonoma, e d’improvviso messa alla prova più dura senza alcun paracadute con il risultato che molti pazienti, preoccupati dal COVID, quando non trovano il proprio medico di medicina generale, il quale ha l’ordine di sconsigliare l’accesso in ambulatorio e dopo aver provato invano a parlare con l’igiene pubblica ai cui numeri di telefono è un’impresa ricevere risposta, si precipitano in un pronto soccorso che già non brillava fra quelli dell’area vasta” dichiarano Tardi, Ancarani, e Pompignoli.

“Come forze di opposizione non saremo mai contrari a collaborare con il Sindaco e con la maggioranza per indicare soluzioni utili a risolvere problemi da loro stessi creati purchè ne venga ammessa la piena responsabilità politica anche rispetto al passato. 

In questo senso fa sorridere come ogni settimana il Sindaco, che ora avrebbe la possibilità di mettere una pezza ai danni precedenti grazie a una direzione aziendale che a differenza della precedente ha almeno il pregio di non negare i problemi, si faccia campagna elettorale proprio usando il COVID e dialogando mediaticamente con un dirigente sanitario, dopo aver lanciato un appello all’opposizione affinchè il virus non fosse argomento di campagna elettorale.
Inizi lui a non usarlo e faremo le nostre valutazioni a partire dall’imminente consiglio comunale sulla sanità previsto per il 12 Gennaio prossimo alla presenza del direttore Carradori.
Il tutto, per quanto ci riguarda, a beneficio della salute dei ravennati e non delle dinamiche interne al PD e al suo sistema di potere nel settore sanitario emiliano romagnolo” concludono Alberto Ancarani, Nicola Pompignoli e Samantha Tardi.