Il 19 e il 22 maggio, alle 17.30, a Ravenna e sempre il 22 maggio, alle 20.30, a Faenza, sono in programma tre appuntamenti organizzati da Salviamo la Costituzione,  Libertà e Giustizia, Libera Ravenna, comitato di Faenza per la Valorizzazione e la Difesa della Costituzione, Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, Comitato in Difesa della Costituzione di Ravenna, per parlare dei referendum dell’8 e 9 giugno. Si tratta di tre incontri di approfondimento sui quesiti ai quali sono chiamati a rispondere i cittadini.

“Da tempo abbiamo deciso di sostenere con 5 Sì i referendum di giugno. Abbiamo messo in programma numerosi incontri pubblici, per spiegare, dialogare, discutere, in assenza, per ora, di adeguati spazi di informazione e approfondimento nei media. Intendiamo soprattutto, con queste nostre iniziative, sottolineare che i referendum non riguardano solo la CGIL”.

Il primo incontro, in piazza Marsala (in caso di maltempo in sala Ragazzini, in Largo Firenze), avrà come titolo “Fermare la deriva autoritaria in atto ? È un dovere” e vedrà la partecipazione della scrittrice Daniela Padoan,
di Massimo Bussandri, segretario Cgil Emilia-Romagna, di Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale ANPI, e di Stefano Kegljevic, presidente del Comitato in Difesa della Costituzione di Ravenna.

Il secondo appuntamento, nella Sala Ragazzini di Largo Firenze, sarà un dialogo fra Roberta De Monticelli, professoressa di Filosofia all’Università Vita-Salute San Raffaele, l’economista Giuseppe De Marzo, Carlo Giannelli Garavini, per Libera contro le mafie, e Manuela Trancossi, segretaria generale CGIL Ravenna.

L’appuntamento faentino, in programa nell’aula 3 di Faventia Sales, in via San Giovanni Bosco 1, sarà un confronto fra l’economista Giuseppe De Marzo e Antonella Baccarini, presidente del Comitato per la Difesa e la Valorizzazione della Costituzione di Faenza. Il tema sarà “Dignità e sicurezza nel lavoro secondo la Costituzione italiana”.
Tutti gli incontri saranno fruibili in diretta streaming su YouTube

“Dopo l’invito a non votare di esponenti della maggioranza di governo, la nostra motivazione all’impegno è cresciuta. Quando poi Ignazio La Russa, presidente del Senato, la seconda carica dello Stato, ha rincarato la dose, dicendo “non andate, io non andrò”, la nostra motivazione è salita alle stelle.
È nostro DOVERE reagire, perché è nostro DOVERE  avere rispetto per la Repubblica e per la Costituzione, che si fonda sulla nostra sovranità, quella di ogni cittadina e cittadino.
Non va lasciata, la nostra Repubblica, in mano a chi spera nel nostro rinchiuderci in casa, distratti o disgustati”.