Casola Valsenio, croce di guerra al valor militare per il contributo dato alla lotta partigiana, fu liberata dall’occupazione nazifascista 80 anni fa, precisamente il 29 novembre 1944. Quella mattina una pattuglia di soldati indiani, comandati da ufficiali britannici e guidati da due partigiani, raggiunge in perlustrazione il paese per controllare che fosse stato effettivamente evacuato dai tedeschi. La gioia della ritrovata libertà, superata un’iniziale diffidenza, fu turbata già nel pomeriggio quando una scarica di artiglieria causò tre feriti fra la popolazione civile. Nelle settimane successive, e fino allo sfondamento delle linee nemiche ad aprile del 1945, il fronte si assesterà infatti sulla Vena del Gesso, al confine con il territorio comunale casolano.
Per celebrare l’80° Anniversario della Liberazione del paese, venerdì 29 novembre 2024 alle ore 10:30 l’Amministrazione comunale e l’ANPI di Casola Valsenio deporranno una corona di alloro alla lapide ceramica, in via Cardinal Giovanni Soglia, che ricorda la lotta di liberazione combattuta dalle brigate partigiane e l’entrata in paese delle truppe alleate anglo-indiane. Parteciperanno gli studenti dell’I.C. Pascoli e l’associazionismo locale.
La cerimonia proseguirà presso la sala polivalente “G. Spadolini” (Vecchi Magazzini – via Fondazza) con gli interventi di Maurizio Nati, sindaco di Casola Valsenio, Guido Ceroni, presidente dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in Ravenna e provincia, e Nicholas Nescito, presidente dell’ANPI sezione di Casola Valsenio. Ingresso libero e gratuito.
“Festeggiare la Liberazione – spiega il sindaco Maurizio Nati – è il modo più coerente per ricordare i sacrifici patiti dai nostri concittadini durante la Seconda guerra mondiale: la fine del conflitto e l’avvio del percorso verso la pace e la democrazia, iniziato 80 anni fa, ci ricordano come i nazionalismi e le discriminazioni razziali siano solo il veicolo verso la distruzione. Una strada che, grazie ai partigiani e agli alleati anglo-americani, ci siamo lasciati alle spalle, ma che è necessario tracciare come monito, specialmente per le nuove generazioni”.


























































