“Nel programma di Ravenna in Comune, dal 2016, è prevista l’implementazione della sicurezza del nostro territorio attraverso un’azione amministrativa che conduca progressivamente a privilegiare le produzioni sostenibili riconvertendo quelle maggiormente pericolose per l’uomo e per l’ambiente” affermano i membri della lista civica Ravenna in Comune.

“L’Amministrazione Comunale targata de Pascale, invece, si è contraddistinta per l’indifferenza verso il rischio ambientale. La stessa decisione di consentire la realizzazione di un enorme impianto per lo stoccaggio di GNL a poca distanza dall’abitato (e dalle scuole) di Marina di Ravenna costituisce un esempio lampante delle politiche di PD & soci” prosegue Ravenna in Comune.

“Il 4 agosto di un anno fa un’enorme esplosione nel porto di Beirut devastava la capitale libanese. Gli effetti della detonazione di 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio si sono sentiti fino a 20 chilometri di distanza: 218 i morti, oltre 7.000 i feriti e in 300.000 sono stati costretti ad abbandonare la propria abitazione. A Ravenna il nitrato d’ammonio è una produzione storica del petrolchimico, di cui quest’anno si celebrano i 65 anni dall’inizio dei lavori. Nella nostra provincia è concentrato il 5% di tutti gli stabilimenti italiani a rischio di incidente industriale rilevante. Gli stabilimenti nel nostro Comune sono in tutto 25 di cui ben 23 a maggior rischio (cosiddetti “sopra soglia”). Salvo qualche rara eccezione sono tutti insediati tra porto e petrolchimico” continua Ravenna in Comune.

“Come scrivevamo un anno fa, «se è vero che il rischio zero non esiste è però opportuno sia fare di tutto per arrivare vicino all’obiettivo che consentire alla collettività di sapere quale sviluppo economico si è scelto per il territorio e quali conseguenze, anche a livello di sicurezza, questo implica». Ad oggi, però, la risposta alla domanda “a un anno da Beirut cosa si è fatto per ridurre il rischio di incidenti industriali a Ravenna?” è una sola: niente! Per Ravenna in Comune è urgente un cambiamento di politiche. E che non sia solo a parole” conclude Ravenna in Comune.

[nella foto di Lorenzo Tugnoli: il disastro di Beirut]