“Non ci saremmo occupati dell’ennesimo panegirico sulla “nuova sede in Piazza Kennedy dell’Accademia di Belle Arti e dell’Istituto musicale Verdi”, fatto ieri in consiglio comunale da Chiara Francesconi del PRI, se non l’avesse trascritto in un comunicato stampa con cui ha inteso smentire “voci ingannevoli di alcune forze di minoranza”, cioè Lista per Ravenna, l’unica finora entrata in tale discussione. Noi avremmo “speso energie e parole […] proscrivendo i nuovi spazi disponibili in Piazza Kennedy n.7 a un semplice luogo per uffici amministrativi comuni”. Niente di meno vero, come dimostra il nostro comunicato del 25 febbraio scorso, a cui Francesconi si è riferita con scarsa memoria (comunicato qui visibile: https://www.comune.ra.it/il-comune/consiglio-comunale/gruppi-consiliari/archivi-vecchie-legislature/gruppi-consiliari-legislatura-2016-2021/gruppo-consiliare-lista-per-ravenna/comunicati-interventi-e-iniziative/tre-sedi-per-accademia-e-verdi-lontane-da-un-politecnico-delle-arti-e-con-un-bando-su-misura/).

Prima di tutto, non siamo stati contrari a questa sede, avendola definita “un passo in avanti”, sia pure  “discutibile”. Intanto perché “il contratto di locazione per 12 anni, prorogabile di altri 6, al prezzo di 168 mila euro l’anno, significa spendere due o tre milioni, quanti ne sarebbero serviti per un’opera in proprietà”. In pratica, un bel regalo al Monte dei Paschi di Siena, che non sapeva cosa farsene.

Nel merito, abbiamo invece constatato che questa nuova sede, comune all’Accademia e al Verdi, avrebbe mantenuto in essere le loro rispettive vecchie sedi di via delle Industrie, in un contesto tutt’altro che bello e artistico, e di via di Roma, anch’essa con problemi cronici. Il “passo in avanti” è stato per noi l’aver dato alle due istituzioni una bella“sede di rappresentanza”, dove però (scrivemmo testualmente) “non saranno collocate le loro attività formative identitarie, lasciate dov’erano, bensì alcune attività in condivisione: la direzione amministrativa, alcuni insegnamenti comuni (inglese, informatica, ad esempio) e i servizi per il diritto allo studio, la promozione e l’orientamento”. Ma questo fu detto, allora, dall’amministrazione comunale, non avendo noi capacità divinatorie. E non abbiamo mai scritto che  debbano starci solo gli “uffici amministrativi”, com’è del resto logico in duemila metri quadrati di spazi utili. È vero invece che questa di piazza Kennedy resterà, per 12-18 anni, la terza sede delle due istituzioni, occupata in condivisione nei vari modi che si vorranno, tutti nobili, ma in grave contraddizione (anche questo scrivemmo) con “l’ambizioso obiettivo, condiviso da maggioranza ed opposizione, di un vero unico Politecnico delle Arti in cui raccogliere interamente l’Accademia e il Verdi federati”. Continuiamo dunque a ritenere che “si dovessero dedicare da subito le energie politiche e le ingenti risorse di denaro di cui il Comune dispone largamente verso un Politecnico vero”, che richiede un’unica sede prestigiosa, non tre sparpagliate alle meno peggio in altrettante parti della città.

Possiamo tutti avere idee diverse, ma non dovremmo “smentire come ingannevoli” quelle,  correttamente espresse, che ci disturbano.”