I Carabinieri della Compagnia di Ravenna, nella giornata del 13 marzo u.s., durante un servizio preventivo per il controllo del territorio, hanno arrestato per violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, un 44enne ravennate, già noto agli stessi.

Un equipaggio della Radiomobile Carabinieri, ieri mattina verso le 10 su richiesta pervenuta al 112, era intervenuto presso un condominio di Ravenna, dove era stata segnalata presenza dell’uomo che era riuscito a individuare il luogo dove la sua ex convivente aveva trovato rifugio assieme ai figli minori. La stessa infatti, la sera precedente, si era presentata presso la caserma di via Pertini raccontando nei minimi dettagli, soprusi, offese, minacce e percosse patite dal suo convivente. Molti episodi erano avvenuti anche in presenza dei figli. Al fine di preservarne la loro incolumità fisica e psicologica, la donna aveva trovato ricovero presso una sua parente.

Per tali fatti quindi l’ex convivente, rintracciato dai militari intervenuti sul posto, di concerto con il magistrato di turno della Procura della Repubblica ravennate, riceveva la notifica del provvedimento dell’allontanamento dalla casa familiare e contestuale divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla parte offesa.

Non curante della misura inflittagli, l’uomo, nel primo pomeriggio di ieri, alla guida della sua autovettura si presentava davanti la temporanea dimora della sua ex convivente, minacciandola pesantemente al telefono e suonando insistentemente il citofono, urlandole insulti. La donna, temendo per la sua incolumità e per quella dei suoi figli, allertava immediatamente i carabinieri.

I militari, giunti sul posto in breve tempo, riconoscevano l’uomo all’interno del suo veicolo e lo conducevano nuovamente in caserma dove, questa volta, veniva tratto in arresto e trattenuto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per l’udienza di convalida svolta nella odierna mattinata, che ha accolto in toto le tesi dell’accusa, suffragate dagli elementi probatori di riscontro forniti dai Carabinieri, disponendo per l’arrestato il duplice divieto di avvicinarsi alla vittima entro un raggio di 500 metri e di comunicare con essa attraverso qualsiasi mezzo.