“Da anni sosteniamo che dove passa  l’Assessore alla cultura Elsa Signorino non cresca più l’erba” così inizia a ironizzare Veronica Verlicchi, capogruppo La Pigna. 
“Prima è toccato alla Fondazione Ravennantica, che la Signorino ha presieduto per oltre 15 anni ovvero fino al momento in cui è stata nominata assessore, con risultati di bilancio a dir poco spaventosi. Ed ora tocca al Museo d’Arte di Ravenna, il Mar appunto” si accende la Verlicchi. 
“E al di là della facile ironia sul MAR…Morto, dire cosa resti del  Museo oggi non è facile. 
Mostre raffazzonate e pacchetti messi insieme senza una linea progettuale o, addirittura, comprati sul mercato privato, con iniziative eterogenee realizzate in tempi ristretti e del tutto inadeguati per una mostra che si possa definire tale. 
Il resoconto imbarazzante dei visitatori e degli incassi, in caduta paurosamente libera, parla da se: nonostante tutte le risorse messe a disposizione dal comune, a fronte di zero euro dati per anni in precedenza, gli incassi fanno letteralmente piangere. 
Il numero degli ingressi gratuiti é a dir poco sconcertante ed é un chiaro indizio della strategia adottata dalla Signorino e dal direttore Tarantino: cercare di incrementare il numero degli ingressi elargendo biglietti gratuiti. Diversamente, il risultato del numero di visitatori sarebbe ancor più disastroso” commenta la capogruppo La Pigna. 
“Un giochetto talmente banale che è facilmente rilevabile andando a leggere nel dettaglio il numero di biglietti staccati e la percentuale di quelli gratuiti o ridotti. 
E ci si è messo pure il Sindaco Michele de Pascale a cercare di salvare le apparenze, prodigandosi nel regalare biglietti gratuiti ai dipendenti comunali ad ogni occasione utile” continua Veronica Verlicchi. 
“Sta di fatto che i numeri non mentono ed evidenziano con prepotenza l’insuccesso delle mostre tanto celebrate dalla Signorino e dai suoi cortigiani. 
Fatto salvo qualche sparuto turista che, accorso a Ravenna per visitare le nostre meravigliose antichità Ravennati e bizantine, è inciampato nel Mar, di visitatori all’interno del Museo se ne sono visti ben pochi. 
Per sua fortuna la Signorino può godere di una certa indifferenza da parte della stampa nazionale che non si cura più di recensire il Mar se non quando é pagata per farlo. 
Di recensioni firmate da penne prestigiose, come accaduto più volte in passato, nemmeno l’ombra. Il ricordo delle recensioni a firma di Alberto Arbasino, che molto raramente si prestava a commentare mostre in Italia, è ormai lontano anni luce” ironizza ancora Verlicchi. 
“Ciò che si chiede ad un Museo é che abbia una propria identità riconoscibile, oltre che per le opere che ha nelle sue collezioni, per la serietà della programmazione e per la conseguente attività. Di tutto questo al Mar si è perduta ogni traccia. Si assiste ad un insieme confuso di iniziative in molti casi estranee ad un museo, oppure scimmiottamenti, come ad esempio per la fotografia, di quanto vanno facendo con ben altro rigore progettuale, e da decenni, altre città. Queste e altre mostre, trascurate dal pubblico esterno che prima si recava regolarmente al Mar, non fanno che confermare l’abisso progettuale che solo una direzione accorta potrebbe tentare, non senza fatica, di colmare. 
Non è il caso dell’attuale gestione, oltretutto letteralmente agli ordini di un’assessore alla cultura totalmente privo di competenze, qual’é la Signorino. 
A dir poco ridicoli i tentativi di far passare ogni iniziativa come un’idea innovativa, come piace dire alla Signorino ogni qualvolta si ritrova a parlare del Mar” sottolinea la capogruppo La Pigna. 
“Lei e il suo fido collaboratore, il Direttore ad interim del Mar Maurizio Tarantino, arrivano addirittura ad affermare che finalmente il Mar si occupi di linguaggi della contemporaneità, riferendosi alle mostre fotografiche, quando la fotografia è ormai prossima ai due secoli di vita. 
Non si contano, poi, le banalità e le gaffe sciorinate in dichiarazioni e interviste quali ad esempio quella sull’opera Guernica. 
E ancora, il Mosaico, con le tanto sbandierate biennali. Per la precedente edizione, il suo Signorino-Tarantino aveva tentato la furbata di sommare tutte le presenze registrate nelle decine di luoghi in cui qualcuno esponeva qualcosa, arrivando però ad un misero risultato di 10.000 visitatori reali. Nessun critico d’arte di qualche rilievo ne ha scritto, ovviamente. 
Della nuova edizione della Biennale del Mosaico che aprirà le porte tra qualche mese, é stato reso noto solo recentissimamente il progetto complessivo. Un insieme caotico di elementi che definirli idee é fargli un complimento, nonostante i 2 anni avuti a disposizione per la progettazione e la pianificazione. Non per nulla il coordinamento è del MAR, che può contare da qualche mese anche sul lavoro di un’altra figura che dovrebbe essere un’esperta.
E che ne è del CIDM, Centro di Documentazione internazionale del Mosaico, creato anni fa da Claudio Spadoni e che ha vinto una serie di progetti europei con tanto di finanziamenti importanti?” si interroga Verlicchi.
“Si è fatto ogni sforzo per smantellare un museo la cui credibilità aveva consentito rapporti di collaborazione e prestiti dai più importanti musei d’Europa, come si può vedere dai cataloghi: dal Louvre, al Centre Pompidou, alla Tate Gallery, al Guggenheim, al D’Orsay, per citarne alcuni, oltre a tutti i maggiori italiani. 
Di questo passo si tornerà alla posizione assegnata al museo, prima della nascita del MAR, dalla più autorevole rivista del settore: il peggiore d’Italia a causa della sua gestione che, guarda caso, all’epoca era in mano al marito della Signorino. 
L’ennesimo record – negativo – dell’assessore Signorino: tanti soldi dei cittadini spesi per arrivare al Mar…Morto” conclude Veronica Verlicchi.